Best practices / Progetti

http://www.b-cam.it/eventi/107-la-sfida-di-love-speech-per-il-contrasto-creativo-dell-hate-speech.html

LA SFIDA DI LOVE SPEECH PER IL CONTRASTO CREATIVO DELL’HATE SPEECH

Su Gli Stati Generali stato pubblicato questo intervento del progetto Love Speech. Si tratta di un progetto sperimentale di contrasto creativo all’hate speech online e di promozione di una cultura del rispetto e del dialogo sui social media attraverso percorsi di apprendimento e ricerca condivisi e la creazione di prodotti e buone pratiche da viralizzare. Quattro team di giovani studenti e adolescenti appartenenti a scuole superiori, progetti territoriali e università di Milano lavorano insieme sotto la guida di tutor, esperti e influencer per sei mesi e diventano facilitatori di strategie e modalità creative di rispondere all’odio online e di “contagiare” gli users di ogni età con pratiche di positività nella comunicazione. Crediamo nella possibilità di un contributo dal basso e nella trasferibilità del potenziale che viene dalla creatività e dalle competenze giovanili, coordinate dall’intelligenza e da una visione progettuale. Il progetto è co-finanziato dalla Fondazione Cariplo e realizzato da ALA Milano Onlus, Streets Arts Academy e cooperativa B-Cam con il sostegno del Comune di Milano.


http://www.progettogiovani.pd.it/erasmus-virtual-exchange-contrasto-allhate-speech/

ERASMUS+ VIRTUAL EXCHANGE – CONTRASTO ALL’HATE SPEECH

L’ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova, partner del progetto Erasmus+ Virtual Exchange offre la possibilità di partecipare al corso “Countering Hate Speech”, un Interactive Open Online Course che dà l’opportunità di conoscere altre persone di Paesi stranieri e confrontarsi sul tema del discorso d’odio in modo strutturato e costruttivo.

Erasmus+ Virtual Exchange fa parte del programma Erasmus+ e fornisce ai giovani tra i 18 e i 30 anni residenti in Europa e nei Paesi a sud del Mediterraneo la possibilità di partecipare in modo accessibile e innovativo a occasioni di apprendimento interculturale.

Erasmus+ Virtual Exchange offre una comunità online sicura e stimolante in cui partecipare a gruppi di lavoro e di dialogo facilitati da trainer esperti, accrescendo la consapevolezza interculturale e l’acquisizione di competenze per la cittadinanza attiva e per l’occupabilità.

Il progetto è finanziato dall’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura dell’Unione Europea (EACEA) ed è implementato da un consorzio di organizzazioni internazionali (Search for Common Ground, Anna Lindh Foundation, UNIMED, Sharing Perspectives Foundation, con la collaborazione di Soliya, UNICollaboration, Kiron Open Higher Education, e Migration Matters).

Dal 18 maggio al 19 giugno 2020


http://www.seyf.eu/inclusion/136-arahs-young-people-campaigning-against-hate-speech

#ARAHS: young people campaigning against hate speech

Il video-campagna è stato realizzato all’interno del progetto ARAHS “All Raise Against Hate Speech”, sviluppato all’interno del programma Erasmus Plus e coordinato dall’associazione Prima NGO.

Published in Inclusion & Human Rights

South Europe Youth Forum


https://www.scambieuropei.info/training-course-romania-odio-diritti-umani-13-settembre-2020/

Training course in Romania sulla lotta all’odio e la tutela dei diritti umani dal 18 al 26 luglio 2021

Dove: Romania, Aninoasa

Quando: dal 18 al 26 luglio 2021

Destinatari: 3 partecipanti over 20 (no limiti di età)

Titolo del progetto: ReACT Against Hate

Paesi partecipanti: Italia, Romania, Bulgaria, Slovacchia, Francia, Turchia, Portogallo, Polonia, Croazia

Descrizione del progetto

Il training course ReACT Against Hate è un corso di formazione che avrà luogo in Romania, dal 18 al 26 luglio 2021 ed è pensato per i giovani motivati ​​ed interessati a confrontarsi sul tema dei discorsi d’odio per combattere le forme di discriminazione e radicalizzazione, in particolare verso i più emarginati. Il progetto riunirà ben 27 giovani lavoratori, di età superiore ai 20 anni, e provenienti da Italia, Romania, Bulgaria, Slovacchia, Francia, Turchia, Portogallo, Polonia, Croazia

Dalla discriminazione e stigmatizzazione nella vita quotidiana, agli attacchi diretti ai rom, ai migranti e alle comunità di fede minoritaria sui social media, queste forme di odio, violenza e discriminazione indebolendo la coesione sociale tra le comunità e minacciano la democrazia, l’uguaglianza e la tutela dei diritti umani in tutto il mondo. L’indagine EU-MIDIS condotta dai risultati dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali mostra, non a caso, che una parte considerevole degli intervistati è vittima di forme di discriminazione e subisce attacchi di odio, per motivazioni che vanno dalla xenofobia, all’origine etnica, alla fede religiosa e così via.

Le conseguenze di questo fenomeno, in particolare tra i giovani, risultano in fenomeni di emarginazione, isolamento sociale e manifestazioni di paura, ansia, problemi di salute mentali, che portano a due comportamenti estremi come il suicidio o la radicalizzazione stessa delle vittime e che conduce alla violenza giovanile.

Obiettivi del corso

In questo contesto, lo scopo del corso di formazione è migliorare le capacità e le conoscenze dei partecipanti in materia di tutela ed educazione ai diritti umani per contrastare il fenomeno dell’odio nei giovani, in particolare tra i gruppi più vulnerabili come minoranze etniche, immigrati e rifugiati. Allo stesso tempo, il training course mira a:

accrescere le conoscenze su come utilizzare l‘educazione ai diritti umani per aiutare i giovani a contenere forme di discriminazioni e situazioni di incitamento all’odio

apprendere l’utilizzo di strumenti e metodi educativi non formali basati sui diritti umani per contrastare il problema

imparare a progettare attività per i giovani contro l’incitamento all’odio e la discriminazione

fornire uno spazio per la condivisione delle migliori pratiche per l’educazione ai diritti umani nel contesto dell‘hate speech


http://www.ilponte.com/caritas-lhate-speech/

CARITAS CONTRO L’HATE SPEECH

12 NOVEMBRE 2018 BY REDAZIONE

L’Associazione di Volontariato Madonna della Carità di Rimini è partner del progetto europeo Send Hate Away del programma Erasmus Plus. Il progetto vede la partecipazione di cinque associazioni provenienti da quattro Paesi europei (Italia, Spagna, Bulgaria e Slovenia) e ha l’obiettivo di approfondire il tema dell’hate speech online e offline nei confronti dei migranti e dei rifugiati attraverso incontri di approfondimento, focus group e lo sviluppo di strumenti innovativi di sensibilizzazione.

Dopo il meeting di partenza avvenuto a Siviglia durante la prima settimana di luglio, dal 17 al 21 ottobre si è svolto a Rimini, presso la Casa Laudato Sii di Via Isotta degli Atti 23, il secondo meeting europeo che ha visto tutti i partecipanti coinvolti in lavori di gruppo, seminari e scambio di buone prassi per la costruzione di un modello educativo che passi attraverso il linguaggio dei giovani. Durante le giornate riminesi, tra i numerosi appuntamenti, il gruppo ha anche visitato gli studi di Radio Icaro e Icaro TV.

In un periodo storico in cui i social network hanno assunto sempre più un ruolo da protagonisti nella vita dei giovani è importante riuscire a riconoscere gli effetti nocivi che questi possono produrre e imparare a contrastarli.

Facebook, Instagram, Snapchat sono solo alcuni tra i più popolari social network che occupano una posizione di rilievo nelle vite di migliaia di giovani, ma che, molto spesso, diventano luoghi di insulti e di prevaricazioni da cui è difficile svincolarsi.

Sono nate pagine con il solo scopo di insultare, di diffondere fake news e alimentare quel clima d’odio che caratterizza la società attuale. Quella linea di confine tra il vero è il falso, tra la vita reale e la vita virtuale si assottiglia ogni giorno di più, con la prevaricazione, sempre più frequentemente, della seconda sulla prima.

Durante il meeting di Rimini ogni partner ha presentato le proprie attività da poter fare con i giovani per affrontare il tema dell’hate speech, per dar loro informazioni sui fenomeni migratori e per provare a diffondere una cultura basata sul rispetto e sulla valorizzazione della diversità.

Il progetto vedrà la sua continuazione nel mese di gennaio con la terza tappa bulgara.


http://cooperativamdc.it/hate-speech-e-giovani/

Hate Speech e GiovaniHomeHate Speech e Giovani

Send_H@te_Away! Ovvero “Scaccia lontano l’odio”. Questo il nome del progetto europeo finanziato all’interno del programma Erasmus Plus Strategic Partnership che vede l’Associazione di Volontariato Madonna della Carità confrontarsi sul tema dell’hate speech e del cyber bullismo assieme ad altri enti provenienti da Bulgaria, Slovenia e Spagna.

L’associazione è attiva da anni sul nostro territorio sia sul tema dell’immigrazione che del coinvolgimento dei giovani con tante azioni e attività trasversali finalizzate alla lotta all’esclusione nelle sue varie forme grazie al coinvolgimento delle scuole, del Servizio Civile e di progetti mirati alla cittadinanza attiva.

Il progetto europeo ha l’obiettivo di scambiare buone prassi tra i partner ed elaborare possibili strumenti per contrastare quel fenomeno che viene chiamato “hate speech”, con particolare riferimento al tema dei rifugiati e dei cittadini stranieri in generale. Chi naviga su internet e frequenta i social network si sarà spesso imbattuto nei cosiddetti “haters”, cioè coloro che “odiano” (dall’inglese “hate”), che avvelenano le discussioni con i loro commenti e post improntati ad aggressività e violenza nei confronti di determinate categorie. Operano spesso con falsi nomi e inquinano il web con cattiverie, maldicenze e fake news a sfondo razzista influenzando specialmente i più giovani che oggi sono sempre più iper connessi.

L’Unione Europea ritiene molto pericolosa la deriva che sta assumendo il fenomeno e per stimolare il dibattito e il confronto attivo si svolgeranno alcuni seminari nelle città degli enti coinvolti. Sono previsti incontri e focus group che permetteranno ai partecipanti di entrare in profondità nel tema trattato dando l’opportunità di cogliere gli aspetti meno superficiali e più significativi di una tematica che a volte è liquidata con facilità e di cui si sottovalutano i rischi. Il gruppo europeo è chiamato a confrontarsi proponendo nuovi metodi, approcci e strategie per cercare risposte e strumenti utile a contrastare l’istigazione all’odio online e permettere ai giovani di rendersi pienamente consapevoli dei rischi della rete.


https://www.unar.it/portale/progetto-co.n.t.r.o.

Promosso e finanziato dalla Commissione europea apre una nuova finestra, CONTRO è un progetto ideato e coordinato da UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), in partenariato con IRS (Istituto per la Ricerca Sociale).

Obiettivi

Il progetto CONTRO ha una durata di due anni (2018-2020) e mira ad arginare i discorsi di odio online attraverso la diffusione di un’intensa e mirata campagna di sensibilizzazione e comunicazione sul fenomeno. L’hate speech online è un fenomeno in forte crescita che sfrutta la rete per diffondere i propri messaggi in maniera veloce e pervasiva. Nel tentativo di fornire risposte sempre più adeguate ed efficaci, alle varie forme di discriminazione presenti in rete, sono nate molte iniziative di contrasto, prevenzione ed informazione sui discorsi di odio. CO.N.T.R.O. si inserisce in questo contesto, ponendosi come obiettivo generale quello di contribuire al contrasto del razzismo, della xenofobia e di altre forme di intolleranza diffuse attraverso discorsi di incitamento all’odio online. Attraverso una prima fase di studio e ricerca sui discorsi di odio online e sulle migliori strategie in uso per contrastarli, seguita da una mirata campagna di comunicazione e sensibilizzazione sul fenomeno, il progetto ha l’ambizione di raggiungere una metodologia comune ed efficace contro i discorsi di odio online. Grazie al progetto CO.N.T.R.O., UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) potrà anche rafforzare la sua collaborazione con i principali attori nazionali coinvolti dal fenomeno: il Ministero della Giustizia e il personale giudiziario, il Ministero dell’Interno e le autorità di contrasto, così come le reti di ONG.

Il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel progetto CO.N.T.R.O. si concretizza su diversi ambiti di attività consequenziali fra loro:

Studio e ricerca – Mappatura delle maggiori esperienze di individuazione e analisi dei discorsi di odio online e delle pratiche più efficaci di contro-narrativa.

Intensa attività di sensibilizzazione e informazione sul progetto e sui discorsi di odio online.

Comunicazione e disseminazione.


Il webinar sulle diverse forme del linguaggio d’odio

Le diverse forme del linguaggio d’odio: il linguaggio d’odio di genere, il linguaggio d’odio verso gli avvocati penalisti, i discorsi di odio verso persone LGBTI+ è il titolo del secondo appuntamento del ciclo di quattro incontri sul linguaggio d’odio organizzato dall’Ordine Degli Avvocati Di Modena, in collaborazione e con il patrocinio della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio.

L’incontro si è svolto il 28 ottobre sulla piattaforma Gestiolex, moderato da Tommaso Castaldo, componente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati di Modena, e con la partecipazione di:

Monica Gazzola, avvocata in Venezia, e componente del coordinamento della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio;

Nicola Canestrini, avvocato in Rovereto;

Miryam Camilleri, avvocata del Foro di Roma.

Nel corso del webinar, tenutosi all’indomani dell’affossamento del DDL Zan in Senato, si è discusso sui temi che lo stesso disegno di legge affrontava: hate speech contro le donne, discorsi d’odio contro le persone LGBT+.

Inoltre, l’avvocata Gazzola e l’avvocato Corradi hanno presentato un’attenta disamina della proposta Zan, rispondendo alle critiche che sono state mosse.


https://www.dg.unito.it/do/progetti.pl/Show?_id=7ldu

Le manifestazioni d’odio online. Diritto, tecnologia e formazione

Programma di ricerca Richieste Ordinarie – I Tornata 2019

Ente finanziatore Fondazione CRT

Budget 20.000

Periodo 03/10/2019 – 05/01/2022

Coordinatore Prof. Massimo Durante

Partecipanti al progetto

Durante Prof. Massimo (Coordinatore)

Beccaria Giorgia

Bosco Cristina

Caielli Prof.ssa Mia

Dunn Pietro

Pagallo Prof. Ugo

Patti Viviana

Raluca Andreea Bibire

Ruffo Giancarlo

Zomer Ilaria

Descrizione del progetto

La rete, in quanto straordinario strumento di diffusione di contenuti, è divenuta il principale luogo di espressione ma anche un amplificatore delle manifestazioni di odio. Queste, seppur prodotte in uno spazio virtuale, creano effetti reali: istigano alla commissione di reati e alla discriminazione e influiscono negativamente sulla formazione dei giovani, che ne sono artefici e più spesso vittime.

Il progetto intende, in primis, riflettere sui vuoti normativi che rendono la repressione penale del discorso d’odio su base razziale e religiosa, prevista dalla c.d. Legge Mancino, difficile nei casi di diffusione di scritti e altro materiale mediante le piattaforme telematiche, per immaginare quali potrebbero essere le soluzioni normative idonee a combattere l’odio in rete, magari estendendo l’illiceità dell’hate speech ai motivi fondati sul genere, sull’orientamento sessuale e sulla disabilità. In secondo luogo, ci si propone di studiare dal punto di vista tecnologico la propagazione dell’odio online e, infine, di elaborare strategie di prevenzione ed educazione rivolte alla popolazione studentesca.

Scopi del progetto

Il progetto prevede una serie di iniziative, lungo tre direttive principali, per attuare una concreta e specifica misura d’intervento volta a contrastare le “fragilità sociali” e il “disagio giovanile” che trovano nelle manifestazioni di odio e incitamento all’odio online un terreno fertile e un peculiare luogo di espressione.


http://www.fondazioneintercultura.org/_files/uploads/discorsi_d_odio_e_culture_giovanili_on_line_progetto.pdf

Discorsi d’odio e culture giovanili on line.

Intervenire a scuola per prevenire l’intolleranza e la discriminazione religiosa e per educare ad un uso consapevole dei new media. Territori d’implementazione del progetto

Discorsi d’odio e culture giovanili on line è centrato sulle città di Roma e Trento. Si tratta di due contesti particolarmente esemplari, pur nelle loro specificità, rispetto a due “casistiche” fortemente significative.

Roma rappresenta il caso di una grande metropoli, snodo centrale dei processi migratori e della loro transizione su scala nazionale ed europea, che ha assunto ormai evidentemente una coloritura multireligiosa. Etnicità e affiliazioni religiose si mescolano, a Roma, quasi in ogni quartiere, in un processo di distribuzione sul territorio che solo parzialmente può essere letto secondo schemi di segregazione etnica. La stima dei bacini di afferenza religiosa della popolazione straniera indica l’Islam come terza religione (10%), dopo Ortodossia e Cattolicesimo.

Obiettivi e gruppi-target

Il progetto si propone combattere e prevenire forme di discriminazione e intolleranza verso le minoranze religiose, argomento cruciale all’attenzione dell’Unione Europea (UE). In particolare, attraverso un programma di ricerca-intervento, si intende contribuire alla prevenzione e al contrasto della diffusione, all’interno delle culture giovanili e nell’uso dei new media, di discorsi intolleranti e violenti verso persone o gruppi di specifica appartenenza religiosa.


https://www.piattaformaresistenze.it/it/news/16-percorsiit/417-progetto-discorsi-d-odio-e-social-media-venerdi-5-maggio-primo-incontro-a-trento.html

EVENTO GIÀ AVVENUTO.
PROGETTO “DISCORSI D’ODIO E SOCIAL MEDIA”, VENERDÌ 5 MAGGIO PRIMO INCONTRO A TRENTO

Percorso “Discorsi d’odio e social media”, sostenuto dalla Piattaforma delle Resistenze Contemporanee 2017. Al centro del progetto che coinvolge diverse associazioni di Trento e Bolzano c’è il tema dell’intolleranza e dell’odio diffusi attraverso i social network.

La forza comunicativa dei nuovi media permette a molti singoli di sfogare sulle piattaforme virtuali manifestazioni d’odio o scoppi d’ira isolati che “ingrossano” le fila dell’hate speech. Accanto ad essi, e sfruttando questi sentimenti sociali, sul web e sui social network proliferano i cosiddetti “professionisti dell’odio”, che promuovono notizie e materiali propagandistici, anche palesemente falsi, su cui si innestano interessi politici ed economici. Usare parole di odio e alimentare il razzismo nei confronti di minoranze è diventata un’attività molto diffusa anche in Trentino-Alto Adige, tanto da assumere rilevanza pubblica e determinare conseguenze sociali.

IL PROGETTO: DISCORSI D’ODIO E SOCIAL MEDIA

Capofila: Arci Trentino

Partner: Arciragazzi Bolzano, Coop. Altrimondi Bolzano, L’Arsenale, Deina

Web: www.piattaformaresistenze.it/it/discorsi-d-odio-e-social-media.html

Facebook: www.facebook.com/circoloarsenale

Youtube: https://youtu.be/WcZEojm2L30


Negli ultimi anni i discorsi di incitamento all’odio pubblicati online sembrano essere in continua crescita. È sempre più facile trovare sui social network o nei commenti agli articoli dei giornali insulti rivolti a minoranze etniche, religiose e di genere.

Obiettivi

Per questo motivo nasce Contro l’odio, un progetto di Acmos finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Concepito come un tentativo di risposta agli attuali problemi legati alla presenza di odio sul web, il progetto si propone tre obiettivi principali:

1. Trovare gli Hate Speech o Discorsi di Incitamento all’odio attraverso la creazione di strumenti informatici per il rilevamento automatico.

2. Sensibilizzare la cittadinanza, e in particolare i giovani, sull’importanza di comunicare responsabilmente attraverso la realizzazione di laboratori in diversi territori del nostro paese.

3. Infine, raccontare progetti e le realtà che in Italia promuovono una cultura della tolleranza nel nostro paese.

Strumenti

Il progetto prevede la realizzazione di tre strumenti:

– La mappa dell’odio. Una serie di visualizzazioni interattive che mostrano il numero dei discorsi d’odio pubblicati su Twitter giorno per giorno.

– HateChecker. Uno strumento che permette di analizzare la quantità di odio presente nella rete sociale di un utente.

– La mappa della tolleranza, dove vengono raccolti e mostrati tutti I progetti e le realtà che favoriscono l’inclusione sociale.


https://www.cifaong.it/a/non-discriminazione/hatetrackers/tracciare-l-hate-speech-online-coinvolgendo-i-giovani

Un progetto realizzato per contrastare l’hate speech online in Italia attraverso l’educazione alle fake news, che coinvolge attivamente i giovani e le scuole nelle operazioni di tracciamento dei discorsi d’odio diffusi nel Web.

AIUTACI A FERMARE L’HATE SPEECH.

CONTESTO: UN PAESE COLPITO DAL DISCORSO D’ODIO E DALLE FAKE NEWS

L’hate speech nel nostro Paese è ormai una realtà consolidata, alimentato dal crescente utilizzo di internet e dalla proliferazione delle fake news; il Web ha infatti la più alta incidenza di comportamenti razzisti (84%), rispetto ai mezzi di comunicazione tradizionali (ISTAT, 2011). Spesso ci si trova impreparati per affrontarlo, perché non si conoscono a fondo le dinamiche che permettono la sua diffusione in rete e si tende a vivere l’attacco come un problema individuale. Invece, è importante rendersi conto che solo attraverso un’azione congiunta è possibile evitare che il discorso d’odio si diffonda senza controllo e che le persone a noi care ne subiscano le conseguenze.

OBIETTIVI: EDUCARE I GIOVANI AL RICONOSCIMENTO DELL’HATE SPEECH ONLINE

Il progetto #hatetrackers nasce nel 2020 con l’obiettivo di contrastare la diffusione dell’hate speech online, aumentando la capacità dei giovani e delle comunità di reagire al discorso d’odio. Attraverso il coinvolgimento di studenti delle scuole secondarie e universitari, degli insegnanti e di tutti coloro che si occupano della crescita dei ragazzi – come i genitori, gli allenatori sportivi, gli educatori e le autorità religiose – sono costruite proposte di attivazione online e offline per contrastare la diffusione sul territorio del discorso d’odio e delle fake news.


https://www.obiettivoeuropa.com/bandi/monitorare-prevenire-e-combattere-i-discorsi-dodio-online (BANDO)

Il presente bando è finalizzato a sostenere progetti nel campo della lotta ai discorsi di odio online, incluso progetti volti a contribuire e al meglio comprenderli, monitorarli, prevenirli e combatterli. Il bando sosterrà le seguenti priorità: – Progetti mirati allo sviluppo di studi e analisi del paesaggio sociologico e tendenze sull’odio online; – Progetti per lo sviluppo di alternative e contro-narrative online e promozione dello sviluppo del pensiero critico da parte degli utenti di Internet; – Progetti volti a contrastare l’incitamento all’odio illegale online su piattaforme sociali / società Internet (come definito dalle leggi nazionali che recepiscono la decisione quadro 2008/913 / GAI del Consiglio, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale) e rafforzamento della trasparenza su come vengono affrontate le manifestazioni di incitamento all’odio nel mondo online.


L’UE vuole più determinazione dalle aziende informatiche sul contrasto ai discorsi d’odio online

di Federico Baccini, 8 Ottobre 2021

Nella sesta valutazione del suo Codice di condotta la Commissione Europa non si è detta soddisfatta dei risultati ottenuti nel 2021 dalle aziende informatiche per contrastare l’hate speech nella sfera digitale.


19 Ottobre 2020

Play your role: gamification against hate speech

Il progetto europeo per contrastare i discorsi d’odio

In Europa, il 97% degli adolescenti tra 12 e 17 anni gioca ai videogiochi. Il mondo dei videogiochi ha una forte influenza sul comportamento della “Generazione hashtag”. I giochi digitali espongono continuamente bambini, bambine e adolescenti alla violenza e ai discorsi d’odio. Secondo le conclusioni di una ricerca realizzata dall’Università dell’Algarve insieme a Zaffiria, COSPE e ai partner del progetto europeo “Play Your Role” su 3 paesi (Italia, Lituania e Portogallo) con 600 adolescenti (tra gli 11 e 20 anni), i discorsi d’odio online sono considerati un dato di fatto e vengono accettati con apatia. Tuttavia, i giochi possono essere educativi ed avere un impatto positivo sul comportamento ed apprendimento, anche se solo il 20% degli intervistati ci gioca regolarmente e solo il 36% di questi ragazzi e ragazze vede i videogiochi come un modo per imparare, d’altra parte però 57% di loro considerano le community dei giochi come un luogo dove potersi fare degli amici.

È proprio all’interno di questa ottica che si inserisce il progetto europeo “Play your role: gamification against hate speech”, che vede i videogiochi come strumento positivo per contrastare i discorsi d’odio online. Il progetto prevede una ricerca sulle comunità dei videogiochi per identificare sfide e potenziali soluzioni; la creazione di 15 itinerari didattici per gli insegnanti e la realizzazione di un hackaton europeo nel quale sviluppatori e educatori lavoreranno per la realizzazione di nuovi videogiochi.

I giochi, gli itinerari e gli eventi del progetto sono disponibili sulla piattaforma online www.playyourrole.eu


http://www.vita.it/it/article/2016/09/21/zitto-cyberbullo-un-progetto-didattico-contro-lhate-speech/140841/

Un progetto internazionale finanziato dalla Ue aiuta gli insegnanti a trovare delle idee per affrontare i discorsi d’odio online con i propri studenti, attraverso l’educazione ai media, l’educazione interculturale e il coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze. Coinvolte due non profit italiane

Si chiama hate speech ed è purtroppo salito alla ribalta nelle cronache del nostro Paese: si tratta della diffusione on line discorsi di istigazione all’odio nei confronti di una persona o di un gruppo di persone, a causa della loro origine nazionale o etnica, colore, lingua, religione, disabilità, sesso, genere o altra caratteristica o status. Ora un modulo didattico, realizzato nell’ambito del progetto europeo BRICkS -Costruire il rispetto su internet combattendo l’hate speech, aiuta a capire e gestire l’hate speech.

Si tratta di un’iniziativa da un’esperienza condotta in Italia da COSPE onlus e dal Centro Zaffiria, condivisa con organizzazioni in Germania, Repubblica Ceca, Spagna e Belgio e sostenuta dal programma “Diritti Fondamentali e Cittadinanza” dell’Unione Europea. Il progetto risponde al bisogno degli insegnanti di trovare delle idee per affrontare l’hate speech con i propri studenti, attraverso l’educazione ai media, l’educazione interculturale e il coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze: i giovani rischiano infatti di essere maggiormente esposti sia per il massiccio uso dei social sia per la scarsità (o la mancanza) di situazioni in cui prendere consapevolezza del discorso d’odio. La scuola si trova in prima linea di fronte al difficile compito di affrontare questo fenomeno, che ha senza dubbio forti ripercussioni nelle relazioni tra i pari e nella propria relazione col mondo.


https://pressroom.unitn.it/comunicato-stampa/come-fermare-islamofobia-e-discorsi-dodio-online

Trento, 22 Gennaio 2020

Come fermare islamofobia e discorsi d’odio online

Venerdì 24 gennaio sono stati presentati i risultati del progetto europeo Hatemeter, coordinato dal gruppo di ricerca eCrime dell’Università di Trento, tra cui anche la piattaforma Hatemeter, sviluppata come strumento di monitoraggio, analisi e prevenzione. Si discuterà anche di nuove strategie per la lotta al fenomeno.

Islamofobia e discorsi d’odio dilagano, soprattutto in rete. A riferirlo è l’European Islamophobia Report del 2019, da cui emerge che i musulmani sono tra le prime vittime dell’hate speech in Europa.

Un aiuto per affrontare il fenomeno arriva dalla piattaforma sviluppata nell’ambito progetto europeo Hatemeter, coordinato dall’Università di Trento (nello specifico eCrime-Facoltà di Giurisprudenza con la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale). La piattaforma è stata pensata soprattutto per chi lavora nel settore dell’antidiscriminazione, a cominciare dalle organizzazioni non governative.

Il progetto europeo Hatemeter, coordinato dall’Università di Trento (nello specifico eCrime-Facoltà di Giurisprudenza con la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale), ha avuto come partner Fondazione Bruno Kessler, Teesside University (UK), University Toulouse1 Capitole (FR) e le tre organizzazioni non governative Amnesty International, Stop Hate UK (UK), Collectif contre l’islamophobie en France (FR). Le lingue di lavoro del progetto sono state italiano, inglese e francese. Durato 24 mesi, Hatemeter è stato finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea (2014-2020).

Il progetto Hatemeter (Hate speech tool for monitoring, analysing and tackling Anti-Muslim hatred online) mira a sistematizzare, aumentare e condividere la conoscenza sull’odio anti-musulmano online e ad aumentare l’efficienza e l’efficacia delle ONG nella prevenzione e nella lotta all’islamofobia a livello europeo.

Per questo i partner del progetto hanno sviluppato la piattaforma Hatemeter, uno strumento ICT che monitora e analizza automaticamente i dati di Internet e dei social media sull’odio anti-musulmano e che, grazie all’intelligenza artificiale e sempre in modo automatico, produce risposte e suggerimenti per supportare contro-narrative e campagne di sensibilizzazione. Il funzionamento della piattaforma si basa su una combinazione di linguaggio naturale, apprendimento automatico e analisi/visualizzazione di big data.

La piattaforma è stata validata attraverso sperimentazioni condotte in Italia, Francia e Regno Unito da circa duecento operatori e volontari delle tre ONG partner del progetto. La versione finale di Hatemeter è stata presentata lo scorso dicembre a Tolosa ad accademici e accademiche, ricercatori e ricercatrici, rappresentanti di ONG, funzionari e funzionarie e agenti di polizia provenienti dall’Unione europea per diffondere conoscenze, competenze e strumenti; ricevere una valutazione esterna su metodologia e piattaforma; raccogliere suggerimenti per prevenire e contrastare l’odio anti-musulmano online.

Il progetto è presentato e promosso anche attraverso un video di sensibilizzazione, disponibile su: https://youtu.be/2edbuGPJfp8 (video di ©Matteo Scotton) e da venerdì prossimo, ufficialmente, su sito del progetto: http://hatemeter.eu/

Tra le curiosità, il progetto ha visto come testimonial il musicista Roy Paci.

Ulteriori informazioni sul sito: http://hatemeter.eu/


https://assets.innovazione.gov.it/1613027971-odio-report-6.pdf

RAPPORTO FINALE


https://d21zrvtkxtd6ae.cloudfront.net/public/uploads/2019/05/13104653/HATE-SPEECH-CONOSCERLO-E-CONTRASTARLO_web-version.pdf

AMNESTY INTERNATIONAL


https://www.perugiatoday.it/formazione/scuola/odio-on-line-webinar-progetto-in-edu.html

SCUOLA

Odio on line, partecipato il webinar del progetto IN EDU su hate speech e disinfodemia

L’incontro on line rivolto agli studenti delle scuole superiori fa parte del progetto Erasmus + “IN-EDU” del gruppo FORMA.Azione e coinvolge vari Paesi europei.

15 dicembre 2020 19:14

Circa 50 ragazzi hanno partecipato in collegamento da varie zone dell’Umbria al webinar “Cosa accade nella rete: discorsi d’odio, sessismo, disinfodemia. Come comprendere al meglio questi fenomeni per contrastarli”. Docente d’eccezione il Prof. Giovanni Ziccardi, tra i massimi esperti in Italia di odio online e cybersecurity, membro del Gruppo di studio sul contrasto all’odio online presso il Ministero dell’Innovazione Digitale.

La diretta facebook è stata una delle tappe di approfondimento ed avvicinamento al Civic Hackathon italiano “HackforInclusion”, rivolto a studenti e studentesse delle scuole superiori italiane, in programma per l’8 e 9 gennaio 2021, che fa parte del progetto Erasmus + “IN-EDU” del gruppo FORMA.Azione.

“In un anno come il 2020 in cui si sono registrati picchi di discorsi di odio online e di disinformazione, dovute alla maggiore connessione in rete delle persone, nonché alla crescente tensione generata dalle insicurezze e le paure della pandemia – ha detto il Prof. Giovanni Ziccardi – è fondamentale promuovere e realizzare attività di sensibilizzazione, informazione e formazione, con l’intento di migliorare le capacità delle persone ed anche della classe politica, di stare in rete, di scrivere e riportare contenuti, verificandone le fonti e utilizzando un linguaggio appropriato e non offensivo”.

Il Prof. Ziccardi ha poi proseguito sottolineando la differenza tra “odio cool” cioè una forma di odio on line espressa in modo raffinato, fatta di citazioni anche scientifiche e che è difficilmente rintracciabile dagli algoritmi digitali; e “odio hot”, più becero, che usa un linguaggio volgare, e che è fonte di like e consensi, ma che è più facile da tracciare e filtrare anche con sistemi digitali; dicendo che oltre che dell’educazione dei giovani all’empatia, come forma di contrasto all’odio in generale ed all’odio on line in particolare, è “essenziale mettere tutti a conoscenza della punibilità prevista dalla legge italiana dei reati come ad esempio il revenge porn e l’istigazione all’odio anche se commessi on line, perchè molto spesso si pensa di poter dire e fare tutto on line, restando impuniti”.

Il Prof. Ziccardi ha concluso il webinar evidenziando l’importanza dell’ascolto dei giovani, che sono i più coinvolti nei fenomeni di odio on line e sessismo. Ha poi auspicato il coinvolgimento dei giovani stessi nella costruzione di percorsi di sensibilizzazione e supporto sulle tematiche specifiche rivolte proprio ai loro coetanei, come si sta facendo in seno al progetto IN EDU con il Civic Hackathon “HackforInclusion”, la maratona creativa, che si terrà l’8 e 9 gennaio 2021, rivolta agli studenti e alle studentesse della scuola secondaria superiore italiana, che avranno l’opportunità di sfidarsi nell’ideazione e pianificazione di una campagna di comunicazione on line e off line. Ogni “challenge” avrà una squadra vincitrice a cui sarà assegnato un premio di 2.250,00 euro con cui realizzare le azioni proposte, inoltre le squadre vincitrici potranno partecipare all’International Student Camp, riservato a chi vincerà nei quattro hackathon internazionali promossi dal progetto IN-EDU in Italia, Bulgaria, Croazia e Slovenia.


https://lavialibera.it/it-schede-22-odio_online

Hate speech, quello che nessuno dice sull’odio online.

Il dibattito sull’hate speech espresso in Rete coinvolge, ormai da anni, le massime istituzioni. Ma le responsabilità del fenomeno, difficile da monitorare, vanno cercate soprattutto nella politica.

Rosita Rijtano

Redattrice lavialibera

2 febbraio 2020

Un gruppo di lavoro con l’obiettivo di analizzare l’odio online e individuare i potenziali strumenti per contrastarlo. L’ha avviato la ministra dell’innovazione tecnologica, Paola Pisano, con il guardasigilli Alfonso Bonafede, e il sottosegretario della presidenza del consiglio con delega all’editoria, Andrea Martella.

Proposte di legge, progetti dell’Unione Europea, rapporti delle Nazioni Unite: il dibattito sull’odio espresso in Rete coinvolge, ormai da anni, le massime istituzioni. Tutti dicono hate speech. Quello che, però, tutti dimenticano di dire è che “monitorare i discorsi d’odio online è estremamente difficile e altrettanto difficile è non commettere errori di valutazione”, spiega Giancarlo Ruffo, professore di informatica dell’Università di Torino e uno dei docenti coinvolti in Contro L’odio, un progetto promosso dall’associazione Acmos che ha l’obiettivo di mappare l’odio su Twitter. Un lavoro complesso per diverse ragioni.

Di cosa parliamo quando parliamo di hate speech

La prima difficoltà sta nella definizione. L’espressione hate speech non è disciplinata dalle leggi internazionali e presenta una doppia ambiguità, ricorda nel suo ultimo rapporto David Kaye, relatore speciale delle Nazioni Unite per la promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione. Un’ambivalenza che da una parte può essere sfruttata per consentire la censura di un’ampia gamma di espressioni lecite. Dall’altra, frena l’azione di governi e aziende impedendo di affrontare un problema che può avere serie ripercussioni, come nel caso dei discorsi che incitano violenza e discriminazioni contro i più vulnerabili o silenziano gli emarginati.

“Trovare una definizione univoca e soddisfacente non è semplice”, ammette Viviana Patti, docente d’informatica dell’università di Torino che si è occupata degli aspetti linguistici del progetto Contro L’odio. Una base di partenza comune viene fornita da quanto raccomandato nel 1997 dal Consiglio d’Europa, secondo cui ricadono nei discorsi d’odio tutte quelle “espressioni che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o altre forme di minaccia basate sull’intolleranza — inclusa l’intolleranza espressa dal nazionalismo aggressivo e dall’etnocentrismo —, sulla discriminazione e sull’ostilità verso i minori, i migranti e le persone di origine straniera”.

Ma, come si legge in un report dell’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa pubblicato lo scorso luglio, “continua a mancare una definizione condivisa di hate speech sufficientemente precisa”, di conseguenza “a livello europeo la rilevazione dei dati sulla ricorrenza dei discorsi d’odio rimane assai scarsa o, nella migliore delle ipotesi, disomogenea”.


Statu quo e misure contro i discorsi d’odio in Internet: panoramica e raccomandazioni

Dr. Lea Stahel, Istituto di sociologia, Università di Zurigo

Agosto 2020

Dipartimento federale dell’interno DFI

Segreteria generale DFI

Servizio per la lotta al razzismo

Come affrontare in futuro i discorsi d’odio razzisti online? Il presente rapporto, commissionato dal Servizio per la lotta al razzismo (SLR), offre solidi spunti: un riassunto critico dei dati disponibili, un ampio squarcio del mondo digitale e delle condizioni di comunicazione che favoriscono il fenomeno e una panoramica delle contromisure finora adottate in Svizzera e all’estero. Nella parte finale sono esposte le sfide e le esigenze dei servizi amministrativi, dei consultori e delle organizzazioni private del nostro Paese e formulate raccomandazioni.


https://www.cesfor.net/progetto/il-questionario-c-o-n-t-a-c-t-%C3%A8-online!-news

È online il questionario sul “discorso d’odio” creato nell’ambito del progetto europeo C.O.N.T.A.C.T.. Bastano pochi minuti per dare la propria opinione: VAI AL QUESTIONARIO.

C.O.N.T.A.C.T. (Creating an Online Network, monitoring Team and phone App to Counter hate crime Tactics) è un progetto finanziato dalla Commissione Europea e capeggiato dall’Università di Cipro, che ha l’obiettivo di promuovere gli atti di denuncia e di monitorare i cosiddetti discorsi d’odio online e i crimini d’odio. L’obiettivo finale è dunque quello di sostenere la lotta ai fenomeni criminosi di matrice razziale, etnico-religiosa, di orientamento sessuale e di genere che sono alla base di questi crimini.


https://www.liceocaravaggio.edu.it/wp-content/uploads/NO-HATE-SPEECH.pdf

NO HATE SPEECH. Idee contro il discorso d’odio attraverso l’educazione ai diritti umani.

Traduzione non ufficiale. Il testo corrisponde al capitolo 5 del Manuale “Bookmarks. A manual for combating hate speech on line through human rights education”, edito dal Consiglio d’Europa.

Edizione provvisoria

Combattere il discorso d’odio è possibile. Lo dimostra l’azione del Consiglio d’Europa che difende il diritto di tutti a non essere offesi e discriminati per qualsiasi motivo (razziale, etnico, religioso, di genere o di orientamento sessuale o altro). L’Alleanza Parlamentare contro l’intolleranza e il razzismo è nata tra i rappresentanti dei 47 paesi del Consiglio d’Europa a Strasburgo, in collegamento con la campagna No Hate Speech Movement, proprio per diffondere una nuova sensibilità e le buone pratiche che possono contrastare tutte le forme di odio.

Ma combattere l’hate speech non è facile. Il discorso d’odio viene spesso banalizzato e reso normale, soprattutto online. Rapidità di reazione, impulsività e anonimato rendono particolarmente aggressivo (e qualche volta “virale”) il contenuto delle offese, dirette spesse verso i più fragili. Le nuove forme di cyberbullismo tra pari lo dimostrano. Altrettanto difficile individuare il confine tra hate speech e libertà d’espressione, principio fondante della democrazia moderna. Non basta una condanna sul piano giuridico e politico, seppure è molto importante l’impegno delle istituzioni.

È necessario che nelle scuole e tra i giovani si diffonda una nuova cultura sui pericoli dell’odio che questo manuale in italiano, diffuso in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, contribuisce a creare. L’impegno degli studenti e delle studentesse che lo utilizzeranno creerà un circuito virtuoso di azione contro l’odio in tutte le sue forme.

Milena Santerini

Coordinatrice dell’Alleanza Parlamentare contro l’Odio

Relatrice Generale sulla lotta contro il razzismo e l’intolleranza

Consiglio d’Europa


CULTURA

Odio on line, via al Civic Hackathon: scuole si sfidano su progetti di comunicazione.

Si sviluppa nell’ambito del No Hate Speech Movement Italia, la campagna istituita dal Consiglio d’Europa per sensibilizzare.

Si è tenuto l’8 e 9 gennaio, il Civic Hackathon italiano “HackforInclusion”, rivolto a studenti e studentesse delle scuole superiori italiane, del progetto Erasmus + “IN-EDU”, ideato dal gruppo FORMA.Azione, unico centro di coordinamento in Umbria del No Hate Speech Movement Italia, la campagna istituita dal Consiglio d’Europa che punta a sensibilizzare le persone in materia di lotta all’odio, all’intolleranza e alla violenza on line; e che vede come partner umbro di progetto, l’ITET Capitini di Perugia, scuola polo per l’inclusione della regione Umbria.


https://www.aicem.it/ambiti/no-allodio/

Aicem è partner ufficiale del “No Hate Speech Movement”, campagna giovanile del Consiglio d’Europa per promuovere i Diritti Umani online ed offline.

Una delle espressioni e dei risultati di questa campagna è Il Bookmarks: manuale del Consiglio d’Europa progettato per aiutare educatori ed insegnanti ad affrontare efficacemente i problemi dei discorsi dell’odio nel lavoro con giovani di età compresa tra 13 e 18 anni.

Il Bookmarks

Manuale per combattere i discorsi d’odio online attraverso l’Educazione ai Diritti Umani.

Il manuale è stato pubblicato per la prima volta nel 2014 e tradotto in 10 lingue diverse: la traduzione italiana è stata curata da AICEM in collaborazione con il dipartimento giovanile del Consiglio d’Europa e consentirà ad educatori, animatori, insegnanti e formatori di lavorare su questi principi in Italia.

L’ultima revisione del 2020 include varie attività e informazioni sulla guida CoE “Diritti umani per gli utenti di Internet”.

Copertina bookmarks

Scrivici per ottenere la tua copia di Bookmarks!

info@aicem.it

Il discorso dell’odio non è mai un fenomeno “bianco o nero”. Tutto può iniziare da un semplice commento offensivo e poi trasformarsi in un atto violento. Abituarsi ad esprimerci con rabbia, soprattutto quando si affronta qualsiasi tipo di diversità, provoca danni irreparabili.


https://www.scambieuropei.info/training-course-polonia-sullhate-speech-27-agosto-5-settembre-2021/

Quando: 27 Agosto – 5 Settembre 2021

Dove: Motycz Leśny Polonia

Titolo del progetto: “Bookmarks VS HateSpeech”

Destinatari: 3 partecipanti

Paesi partner: Armenia, Albania, Grecia, Georgia, Tunisia, Polonia, Ucraina, Repubblica Ceca

Descrizione del progetto

Il progetto “Bookmarks vs HateSpeech” che si terrà a Motycz Leśny, un piccolo villaggio situato a pochi chilometri dalla città di Lublino, verterà attorno alla tematica d’odio online, che continua a generare forme di discriminazione e abuso ai giorni nostri.

Le opinioni riguardo a come si dovrebbe reagire sono differenti, per questo motivo il training vuole promuovere il dialogo e l’empatia attraverso attività non-formali.

Obiettivi del progetto

migliorare il livello delle competenze chiave e delle abilità dei giovani, compresi quelli con meno opportunità, per affrontare il fenomeno dell’odio, promuovere la comprensione del dialogo interculturale, l’inclusione sociale e la solidarietà, offrire le competenze necessarie per combattere i discorsi d’odio;

permettere agli attori dei contesti educativi formali e non formali di affrontare il discorso dell’odio con i giovani e coinvolgere le comunità scolastiche nella campagna “No hate speech movement”; sostenere l’educazione ai diritti umani attraverso approcci di apprendimento non formali e sviluppare lo spirito critico tra i bambini e i giovani responsabilizzare coloro che sono già vittime di discorsi d’odio online, o che rischiano di diventarlo incoraggiare l’empatia verso gruppi o individui che possono essere bersaglio di discorsi d’odio online.

Destinatari: avere tra i 18-30 anni. Giovani interessati al tema del progetto. Essere in grado di comunicare in lingua inglese al livello base.


19 MARZO 2021

In dieci piazze italiane i nostri attivisti hanno organizzato azioni dimostrative – nel pieno rispetto delle norme anti-Covid e del distanziamento – per dire no all’hate speech e a ogni forma di discriminazione nello sport. Da Roma a Torino, da Padova a Catania, da Cuneo a Milano, passando Rovigo, Gorizia e Verona. Iniziative simboliche e creative partecipate a distanza da migliaia di persone grazie al rilancio sui social.

In oltre un anno di progetto abbiamo lavorato per creare maggiore consapevolezza sul fenomeno, coinvolgere giovani e realtà sportive, dar vita a una narrazione positiva dell’inclusione in ambito sportivo, mobilitare e formare giovani attivisti che agissero contro l’odio online nelle conversazioni sportive.

Dodici campioni olimpici hanno aderito e portato le loro testimonianze mentre si sono coinvolti attivamente oltre 3000 giovani in tutta Italia, 200 insegnanti, 150 allenatori di società sportive che hanno partecipato alle attività del progetto. Alcune centinaia hanno anche voluto “metterci la faccia” postando le proprie foto con la scritta Odiare non è uno sport. In sette regioni inoltre sono nate delle squadre anti-odio, gruppi di giovani che, opportunamente formati, si sono attivati per intercettare i discorsi d’odio online sui principali social sportivi e intervenire per smorzare i toni e riportare le conversazioni su un piano corretto.


https://www.cittalia.it/tag/hate-speech/

Contrasto ai crimini d’odio in rete, presentazione dell’app del progetto eMORE

29 Marzo 2017 Assistenza crimini d’odio, hate speech

“Una proposta per sostenere le segnalazioni di crimini d’odio online: l’app del progetto eMORE” è il titolo del seminario promosso dal Centro di ricerche economiche e giuridiche e da Idos in programma a Roma il 29 marzo alle ore 9 presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Tor Vergata. Nel corso del seminario verranno presentati i risultati della ricerca condotta nell’ambito del progetto eMORE sulla diffusione dei discorsi d’odio in Italia.

Per informazioni:

Centro Studi e Ricerche IDOS: tel. 06.66514345/502

email: idos@dossierimmigrazione.it


SEGNALA I DISCORSI DI ODIO ONLINE CONTRO LE DONNE CON LA APP DI DIGIT ALL.

Ecco il tutorial su come usare la WEBAPP creata da RiSSC.

Segnala gli episodi di odio online, unisciti agli altri Young Digital Advocates (YDA).

Le segnalazioni inviate non saranno visibili al pubblico.

Con la WEBAPP del progetto DIGIT ALL puoi segnalare qualsiasi discorso d’odio di cui sei stato testimone o vittima. Le segnalazioni sono anonime e a puro fine di ricerca. Guarda il nostro video su twitter RISSC_it per saperne di più e poi vai su appdigitall.it


https://www.wired.it/attualita/media/2021/04/06/odio-online-hate-speech-boldrini/

C’è una nuova proposta di legge in Italia per combattere l’odio online.

Il disegno presentato da Laura Boldrini prevede interventi rapidi per la rimozione dei contenuti, pesanti sanzioni alle piattaforme e un fondo dedicato alle scuole.

Odio online nuova proposta di legge in Italia per combatterlo Wired.

Hate speech, qualcosa si muove anche in Italia. È stata da poco presentata una proposta di legge che, se approvata, obbligherà i gestori dei siti a rimuovere i contenuti d’odio sotto la minaccia di pesanti sanzioni. Cifre, questa volta, capaci di intimorire anche i giganti del web. Non solo. Il testo, presentato alla Camera il 10 marzo dalla deputata del Partito democratico ed ex presidente di Montecitorio Laura Boldrini, personalmente vittima di attacchi nel corso della propria carriera politica, prevede l’istituzione un fondo dedicato alle scuole finanziato proprio con le sanzioni: si comincia, quindi, ad affrontare il problema in ottica di prevenzione, in una sorta di economia circolare a cavallo tra bit e realtà.

L’iter parlamentare che prevede, nel migliore dei casi, la discussione, la presentazione di emendamenti e il voto di entrambe le Camere, è avviato. L’esito, però non è scontato: nella scorsa legislatura, solo l’1,37% per cento dei disegni di iniziativa parlamentare, quale è quello della Boldrini, è diventato legge dello Stato (95 su 6.896, fonte: Senato). Nella prassi, le iniziative del governo hanno, di fatto, goduto di una sorta di corsia preferenziale. Tema non nuovo, e nondimeno, un problema democratico rilevante che trascende argomenti e schieramenti. Senza contare la congiuntura, cioè la pandemia. Il testo, in sostanza, potrebbe restare in un cassetto.

“Se passasse, l’Italia arriverebbe seconda: prima di noi, la Germania ha già votato una legge simile”, spiega l’avvocato Marisa Marraffino, esperta di reati informatici. Anche la Francia si è mossa l’anno passato, ma la proposta si è incagliata sulla scorta dell’impugnazione di un gruppo di parlamentari. “Nonostante tutto, si tratta di un segnale” assicura Lorenzo Nicolò Meazza, penalista, advisor di Chi odia paga (Cop), startup legaltech nata nel segno della lotta all’odio online.

Discorsi d’odio e culture giovanili on line (DICO DI NO) è un progetto di FBK-ISR finanziato da Fondazione Intercultura Onlus e sviluppato con l’Unità Ricerca e Innovazione per la Scuola e con l’area Smart Cities and Communities del Centro Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT) di FBK. Il progetto si rivolge agli studenti delle scuole secondarie superiori con l’obiettivo di promuovere una riflessione sugli stereotipi, i pregiudizi, le discriminazioni e la violenza verbale nei confronti delle minoranze religiose, con particolare attenzione all’analisi di hate speech diffusi attraverso il web, i social networks e i media in generale. “Dire di no” alla chiusura e all’intolleranza per “dire di sì” alla conoscenza, all’incontro e al dialogo.

In affinità con il progetto internazionale Dangerous Speech, l’approccio del Centro per le Scienze Religiose (FBK-ISR) della Fondazione Bruno Kessler (FBK) muove dal considerare alcuni discorsi più “pericolosi” (dangerous) di altri, perché capaci di indurre “paura della diversità” e forme di chiusura, e dalla convinzione che l’ambito educativo rappresenti il terreno privilegiato d’intervento per prevenire il rischio che tali forme di espressione inducano le persone, e nello specifico i giovani, a commettere o condividere forme di violenza argomentativa contro specifiche minoranze religiose e/o loro membri.


DICO DI NO fa parte del programma di ricerca e intervento Religious Intolerance: Open Challenges for Education e rappresenta l’estensione di un primo progetto-pilota, Racconta un’altra storia!, realizzato da FBK-ISR con alcune scuole secondarie della provincia di Trento, nell’anno scolastico 2017-18.
A partire da questa esperienza, DICO DI NO propone ad una nuova serie di scuole un percorso teorico-pratico partecipato, che vedrà i ricercatori impegnati insieme agli insegnanti e agli stessi studenti nel raggiungimento dei seguenti obiettivi: a) la condivisione di informazioni corrette riguardo la diversità religiosa e la situazione delle minoranze in Italia; b) potenziamento delle capacità analitiche e critiche degli studenti nei confronti delle argomentazioni intolleranti/violente e della fruizione dei media; c) lo sviluppo delle competenze argomentative degli studenti utili alla decostruzione dei discorsi d’odio e alla produzione di contro narrazioni.

Valeria Fabretti (Coordinatrice del progetto) e Alessandra Vitullo, Centro per le Scienze Religiose

Massimo Zancanaro e Carolina Rutta, Smart Cities and Communities, FBK-ICT

Claudia Dolci, Ricerca e Innovazione per la Scuola

Sara Tonelli e Rachele Sprugnoli, Digital Humanities

Contatti

Per maggiori informazioni scrivi a dicodino@fbk.eu


http://hatemeter.eu/wp-content/uploads/HATEMETER-Conferenza_finale-Programma.pdf

Conferenza finale progetto Hatemeter

Trento, 24 gennaio 2020, 9.00-13.30

Prevenire e contrastare l’islamofobia e i discorsi d’odio online: la piattaforma Hatemeter

Aula 1, Dipartimento “Facoltà di Giurisprudenza”

Università di Trento, Via Verdi 53, Trento (Italia)


https://www.onuitalia.com/odio-3/

‘Quinta mappa dell’intolleranza’: cala numero discorsi d’odio, aumenta violenza linguaggio

By Maria Novella Topi

08/12/2020

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ROMA, 8 DICEMBRE – Un webinar, organizzato dalla Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio ha affrontato il tema “La nuova geografia dei discorsi d’odio online. Come la pandemia da Covid-19 ha modificato diffusione e virulenza dell’hate speech”. L’evento, presieduto dal coordinatore della Rete, Federico Faloppa, di cui fa parte anche Lunaria, aveva per obiettivo la presentazione della “Quinta mappa dell’intolleranza” realizzata da VOX – Osservatorio Italiano sui Diritti. Sono ormai 5 anni che il team dell’organizzazione, in collaborazione con 4 istituti universitari (Università Statale di Milano, Università di Bari Aldo Moro, Sapienza – Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano), realizza una mappatura accurata dei cosiddetti fenomeni d’odio online.

L’analisi condotta ha coperto un periodo di 7 mesi, da marzo a settembre 2020, con ben 1.304.537 tweet estratti e analizzati grazie ad un software progettato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari. Sono state individuate 76 parole sensibili, sulla base della rilevazione precedente, e attraverso degli algoritmi specifici è stato poi possibile comprendere di volta in volta la semantica del testo e individuare così i contenuti richiesti. Anche quest’anno la piattaforma di Twitter come Social Media di analisi è stata scelta per possibilità che offre il social in questione di geolocalizzare i messaggi online.

Le categorie più colpite dai messaggi ostili sono sempre le stesse: le donne, i migranti, i musulmani, gli ebrei, gli omosessuali e i disabili. Sulla totalità dei twitt analizzati, sono stati raccolti 565.526 tweet negativi, pari al il 43%. Purtroppo, si continua ad odiare online, ma c’è un dato positivo: in termini assoluti, afferma il rapporto, c’è stata una diminuzione dell’incidenza dei tweet ostili. Lo scorso anno sulla totalità dei tweet analizzati il 70% era riconducibile a fenomeni di hate-speech online, ciò significa dunque che c’è stata una significativa diminuzione del 27%.

Un dato che colpisce in negativo è invece quello che riguarda l’antisemitismo. I fenomeni di odio online contro gli ebrei hanno subito una triste e graduale crescita negli ultimi anni: se nel 2016 solamente il 2,2% dei tweet negativi li sceglieva come bersaglio, nel 2020 gli ebrei rappresentano il secondo gruppo più colpito con il 18,45% di tweet d’odio, subito dopo quello delle donne colpite dal 49,91% dei messaggi negativi. I migranti che rappresentavano il gruppo più colpito nel 2019, nel 2020 sono l’obiettivo del 14,4% dei tweet negativi.

L’approfondimento dell’analisi ha consentito di individuare i ‘picchi’ di odio per ciascuna categoria colpita: per i musulmani, ad esempio, l’apice si è raggiunto con il rientro in Italia della cooperante Silvia Romano. Per gli ebrei invece uno dei periodi più intensi di messaggi di odio ricevuti si è sviluppato nei giorni appena precedenti e successivi al compleanno della senatrice Liliana Segre. Come ha affermato Silvia Brena, che ha presentato il rapporto per Vox: “L’odio online è diminuito in generale ma c’è stato un fenomeno di radicalizzazione. La forza, la concentrazione di questi messaggi negativi ci fa pensare che siamo di fronte ad una sorta di ‘professionalizzazione dell’odio’, cioè di una direzione voluta, decisa e quindi anche diretta in modo abbastanza evidente”.

Liliana Segre

Una tesi questa sostenuta anche da Vittorio Lingiardi psichiatra, psicoanalista e docente presso l’Università di Roma La Sapienza: “Siamo davanti ad una specie di maggior stanchezza dei ‘leoni da tastiera’ e c’è invece una professionalizzazione circoscritta dell’hate speech […] numericamente è come se si fosse concentrato e maggiormente organizzato qualcosa che prima circolava in modo anche più contagioso in un contesto più generale e meno specifico. C’è stata forse in parte una demotivazione individuale e una riorganizzazione più politica con delle vere e proprie regie di hatespeech in momenti specifici”.

Barbara Lucini, sociologa presso l’Università Cattolica, ha espresso preoccupazione circa questa dinamica: “Emerge un odio più radicale, più incisivo e più chiuso […] La possibilità che questi circuiti chiusi si rinforzino, alimentino le proprie visioni, il proprio immaginario collettivo di intolleranza e di odio è ancora più ampia. La possibilità che ci sia un passaggio tra questa dinamica online e azioni di odio e violenza fisica reale è una delle tendenze su cui avere un’attenzione specifica”.

Cecilia Siccardi, docente di Diritto antidiscriminatorio presso l’Università Statale di Milano, ha offerto un’interessante riflessione circa la correlazione tra la pandemia da Covid-19 e l’hate speech online. La crisi sanitaria ha infatti colpito più duramente le categorie di soggetti tradizionalmente discriminati come le donne, gli stranieri o le persone disabili: “L’assenza di politiche di integrazione e uguaglianza ha avuto l’effetto paradossale di generare, in nome della sicurezza, insicurezza sul territorio e questo si è riflesso sui social media nell’attaccare gli stranieri come untori e nemici in questa edizione della mappa dell’intolleranza”.odio

È necessario ora più che mai intervenire per arrestare il fenomeno dell’hate speech.

Tre sono i passi fondamentali individuati da Siccardi: 1) Mappare; 2) Educare; 3) Normare. Varare norme e leggi che tutelino le categorie a rischio e più discriminate, è di fondamentale importanza per poter contrastare l’odio online. Proprio in concomitanza con l’entrata in vigore della legge Cirinnà, quella sulle unioni civili, la discriminazione nei confronti delle persone omosessuali è diminuita notevolmente, a testimonianza del fatto che legiferare per proteggere i gruppi più bersagliati è uno strumento fondamentale contro i discorsi ostili.


https://educazione.chiesacattolica.it/discorsi-dodio-online-come-rispondere/

Discorsi d’odio online, come rispondere

Il 26 marzo 2021 un webinar promosso da Mediavox – Osservatorio sull’odio online e dal Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica

12 Marzo 2021

“Discorsi d’odio online. Le risposte” è il titolo del webinar promosso da Mediavox – Osservatorio sull’odio online e dal Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI e con Retinopera.

L’appuntamento è per venerdì 26 marzo 2021 dalle ore 16,00 alle 18,00 sulla piattaforma Cisco Webex.

Il webinar intende esplorare le possibili risposte per contrastare l’hate speech, il linguaggio d’odio online, oggi sempre più diffuso e pericoloso. Singoli cittadini, associazioni e comunità possono agire per creare una vera e propria “ecologia” della rete. L’Osservatorio sull’odio online MEDIAVOX dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha avviato un’azione costante per monitorare, analizzare e contrastare tali discorsi (parole e immagini). Attraverso il webinar intende offrire un percorso di formazione sul tema delle possibili risposte, aperto agli operatori della comunicazione, studenti, membri delle associazioni ecclesiali che si occupano dei social media, disponibili a “fare rete” sul contrasto all’hate speech.

Nel corso del webinar interverranno Vincenzo Corrado, Direttore Ufficio Comunicazioni sociali della CEI; Antonella Sciarrone Alibrandi, Prorettrice Università Cattolica del Sacro Cuore; Milena Santerini, Ordinaria di Pedagogia, Università Cattolica del Sacro Cuore; Stefano Pasta, Assegnista di ricerca e docente, Università Cattolica del Sacro Cuore; Matteo Mancini, Mediavox; Michele Kettmajer, Presidente Istituto di ricerca e sviluppo sull’informazione MediaCivici; Rosy Russo, Presidente associazione Parole O_Stili; don Mimmo Beneventi, Ufficio Comunicazioni sociali della CEI; Carla Collicelli, Retinopera.

Per iscrizioni e informazioni: mediavox@unicatt.it


La campagna #MyInclusiveEurope

Non ci si fida più delle persone, ma ci si fida di tutto ciò che è scritto online.

E spesso questa strada apre le porte a xenofobia, nazionalismi, discorsi di odio, omofobia e misoginia dimenticandosi equità e solidarietà.

Con questa consapevolezza, all’interno del progetto Brave New YOU – Reloaded è nata la campagna online #MyInclusiveEurope: nell’ambito degli youth exchange internazionali, i giovani partecipanti si scambieranno storie personali e buone pratiche per la decostruzione di stereotipi e l’elaborazione di proposte politiche volte a porre le basi di un’Europa più inclusiva.

Il progetto Brave New You

Il progetto europeo Brave New YOU – Reloaded nasce all’interno del quadro Erasmus+, il programma dell’Unione Europea per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport. Ha l’obiettivo di sviluppare nuove capacità e fiducia tra le diverse comunità giovanili – avvicinandole a livello locale e internazionale – per creare insieme un’Europa più inclusiva e aperta. I partecipanti sono 50 giovani provenienti da 10 paesi (Belgio, Estonia, Germania, Grecia, Italia, Macedonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Svezia) chiamati a confrontarsi e a condividere le loro esperienze sui discorsi d’odio per costruire insieme narrazioni alternative.

L’obiettivo? Proporre contro-narrazioni finalizzate alla costruzione di una società più aperta e inclusiva.


https://www.interris.it/primo-piano/rete-contro-odio-portale-web/

Nasce Rete contro l’odio, il primo sito online per il contrasto all’hate speech.

Un portale web che raccoglie tutte le informazioni e gli strumenti sul contrasto ai discorsi e fenomeni d’odio online da Mariangela Musolino -ULTIMO AGGIORNAMENTO 15:49Febbraio 3, 2021

Abusi

Nasce on line, da una sinergia di soggetti istituzionali e privati, il sito www.retecontrolodio.org. Si tratta di uno strumento che vuole proporre informazioni, approfondimenti e strumenti per contrastare discorsi e fenomeni d’odio on line, sempre più diffusi.

Secondo i promotori del progetto, questo sito sarebbe “il primo di questo tipo in Italia”, offrendo ai naviganti anche strumenti per advocacy e contronarrazione, news dal mondo, linee guida, dati, ricerche.

Si tratta di uno strumento nato per offrire a chiunque si interessi al tema dell’hate speech e del suo contrasto aggiornamenti, contatti, spunti di riflessione.

Il materiale già online

Il nuovo portale presenta alcune sezioni già ricche di contenuti. La sezione “Strumenti”, che include “Contronarrazioni”, “Advocacy” e “Linee guida”, è stata pensata per proporre materiali immediatamente fruibili e condivisibili, tra cui video di contronarrazione e narrazione alternativa pensato per le scuole; claim per campagne di sensibilizzazione; il vademecum della Rete per difendersi dal dilagante fenomeno dello “zoombombing”. La sezione “Approfondimenti” contiene invece dati e analisi provenienti dalle ricerche quantitative e qualitative condotte dai singoli soggetti di Rete: dai monitoraggi alle inchieste su specifici aspetti (misoginia, antisemitismo, odio razziale, ecc.), da risultati di progetti transnazionali originali ai rapporti annali su linguaggio dei media e discorso pubblico.

La sezione “News”, infine, è una finestra non soltanto sull’attualità e sugli appuntamenti di Rete – webinar, campagne, comunicati – ma anche in generale su iniziative esterne alla Rete e su articoli e documenti da cui trarre spunti per approfondire alcuni fra i temi attualmente più rilevanti e discussi. Tra i focus: internet governance, moderazione, disinformazione, ecc.

Grazie ad una apposita redazione web, il sito sarà aggiornato periodicamente, presentando a rotazione contenuti provenienti da tutti i soggetti di Rete “per dare una visione plurale e d’insieme”.

Se vuoi commentare l’articolo manda una mail a questo indirizzo: scriviainterris@gmail.com

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http://www.voxdiritti.it/conferme-ipotesi-prossime-sfide/

Conferme, ipotesi, prossime sfide

Negli ultimi dodici mesi sono cresciuti i monitoraggi e le rilevazioni di dati relativi ai discorsi d’odio e alla loro diffusione, grazie all’aumento dei progetti di ricerca dedicati al tema. Non poteva essere altrimenti, perché lo hate speech è un fenomeno non solo attualissimo ma anche complesso, multiforme, cangiante nel tempo e nelle sue dinamiche: più informazioni si raccolgono, più si riescono a comprendere le cause che lo alimentano, le espressioni – innanzitutto linguistiche – con le quali si presenta, gli effetti che genera. E grazie a corpora di dati sempre più ampi e rappresentativi, molte osservazioni impressionitiche hanno lasciato il campo a indagini quantitative indispensabili per individuare tendenze e dimensioni del fenomeno.

Tuttavia, essendo recenti, molte rilevazioni non hanno (ancora) potuto mettere a fuoco l’evoluzione nel tempo di forme e contenuti. Né hanno potuto fornire utili paragoni con anni precedenti. Le Mappe dell’Intolleranza di Vox Diritti possono invece – così come i Barometri dell’odio di Amnesty International relativamente a Facebook – contare su una pluriennale raccolta dei dati, e su un costante affinamento delle tecniche di geolocalizzazione e valutazione dello hate speech prodotto e diffuso su Twitter.

Federico Faloppa

Università di Reading

Coordinatore del Tavolo nazionale contro i discorsi d’odio


https://www.eurodesk.it/notizie/manuale-contro-l-incitamento-all-odio-online-attraverso-l-educazione-ai-diritti-umani

27-05-2020

Manuale contro l’incitamento all’odio online attraverso l’educazione ai diritti umani

Versione 2020 del manuale del Consiglio d’Europa per combattere i discorsi di incitamento all’odio attraverso l’educazione ai diritti umani, pubblicato originariamente nel 2014 per la campagna del Movimento per i giovani No Hate Speech.

Il manuale è stato rivisto e aggiornato per riflettere la fine del coordinamento della campagna. La forza del manuale (strumenti per capire il discorso dell’odio, perché è importante affrontarlo e, soprattutto, le attività di sensibilizzazione dei giovani sull’incitamento all’odio) rimane oggi pienamente intatta e rilevante. Rimane una risorsa importante in vista dell’impatto che la crisi COVID-19 sta avendo su una cultura dei diritti umani universali.

Il manuale è concepito per lavorare con i giovani dai 13 ai 18 anni; tuttavia, le attività possono essere adattate ad altre fasce d’età e ad altri profili di utenti.


https://www.sajv.ch/it/progetti/progetti-passati/no-hate-speech/di-cosa-si-tratta/

Cos’è un hate speech?

Il termine “hate speech” deriva dall’inglese e si riferisce a formulazioni o espressioni linguistiche dirette contro determinate persone o gruppi. Questo insulta, emargina o discrimina queste persone. Nel peggiore dei casi, un discorso di odio può anche essere finalizzato a scatenare la violenza contro il gruppo interessato. Oltre a coloro che scrivono discorsi di odio e alle vittime cui sono destinati, c’è la grande maggioranza di coloro che li vedono su internet.

Per maggiori informazioni, si veda la raccomandazione del Consiglio d’Europa (tedesco).

I hate speech si svolgono in diverse forme

Le vittime dei hate speech sono spesso discriminate a causa di una caratteristica che disturba l’autore del reato. Le dichiarazioni discriminatorie riguardano, ad esempio:

Persone omosessuali o transessuali, musulmani, cristiani o ebrei, stranieri, richiedenti asilo, rifugiati, rifugiati, Sinti e Roma, minoranze linguistiche.

Ulteriori argomenti ed esempi di hate speech sono disponibili sul sito web europeo della campagna all’indirizzo http://www.nohatespeechmovement.org/hate-speech-watch/focus (FR e EN). Il sito viene aggiornato mensilmente.

Per comprendere meglio questa sfumatura, vai su http://www.nohatespeechmovement.org/hate-speech-watch/report (FR e EN) per esempi di discorsi di odio che sono stati riportati.

–> Ulteriori informazioni sulla discriminazione (tedesco)

* Fonte: http://www.ekr.admin.ch/hemen/d16.html


https://www.liberopensiero.eu/19/05/2021/attualita/diritti-umani/barometro-dell-odio-online-commento-offensivo/

Il barometro dell’odio online: 1 commento su 10 è offensivo

Di Valentina Cimino – 19 Maggio 2021

barometro dell’odio – Amnesty

Il monitoraggio di Amnesty presenta un quadro sconcertante: in rete, il 10% dei commenti ha a che fare con linguaggio d’odio, discriminazione o violenza. Da questi dati, emerge la necessità del barometro dell’odio a cui ha provveduto la ONG.

Quanto odio c’è online?

Da poco è stato pubblicato il “barometro dell’odio”, l’ultimo rapporto di Amnesty International Italia che analizza il livello di discriminazione e di hate speech sulle piattaforme social. Sono stati presi in esame post, tweet, commenti per oltre 36.000 contenuti unici da 38 tra pagine e profili pubblici di politici, testate giornalistiche, organizzazioni sindacali e vari enti legati al welfare. Il progetto ha analizzato e monitorato i discorsi di odio online, coinvolgendo circa 80 attivisti di Amnesty International Italia affiancati da esperti nella valutazione dei contenuti.

Nuove discriminazioni sono state portate alla luce durante questa crisi, soprattutto si è scatenato un odio profondo verso i cosiddetti “untori”: migranti e rifugiati sono diventati il perfetto capro espiatorio per gli odiatori, assieme a operatori sanitari, runner e coloro i quali godono di presunti benefici. La crisi sanitaria, economica e sociale ha spalancato le porte a un odio che colpisce in maniera trasversale: omobitransfobico, razzista, sessista, xenofobo, islamofobo, antiziganista, antisemita e classista. Tutto ciò rende ancora più vulnerabile chi è già discriminato ed escluso, come emerge chiaramente dal barometro dell’odio di Amnesty.

Non è solo il dibattito online sui social ad aumentare il rischio di marginalizzazione sociale: un ruolo fondamentale lo svolge la comunicazione istituzionale. Questo tipo di comunicazione può essere più o meno inclusiva, può includere o escludere quella parte di popolazione che ha più difficoltà ad accedere a questo determinato tipo di informazioni, perché hanno un grado di alfabetizzazione e di conoscenza della lingua minore, più scarse competenze digitali o sono colpite dal digital divide.

La ricerca completa “barometro dell’odio 2021 – Intolleranza pandemica” e l’approfondimento “Pandemia, comunicazione, discriminazione” sono disponibili qui, su amnesty.it.


https://www.adnkronos.com/covid-e-odio-online-se-gli-insospettabili-diventano-leoni-da-tastiera_KSlaAyJMIlX2UvQOVCJX1

Covid e odio online, se gli ‘insospettabili’ diventano leoni da tastiera

Studio dell’Università Ca’ Foscari sull’hate speech

L’odio online? Non sembra essere appannaggio di utenti dediti all’insulto. Il linguaggio offensivo o addirittura violento scaturisce da ‘insospettabili’ commentatori che in certi contesti perdono il contegno. Non sono odiatori seriali, ‘leoni da tastiera’ abituali, ma reagiscono male quando si trovano in una situazione ostile, scatenando il loro odio contro altri utenti. È quanto emerge da uno studio pubblicato su “Scientific Reports” da ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con Agcom e Jozef Stefan Institute di Lubiana, che hanno analizzato 1 milione di commenti a video inerenti Covid-19 pubblicati su Youtube.

Per monitorare la presenza del discorso d’odio (hate speech) su tale mole di contenuti, il team coordinato da Fabiana Zollo, ricercatrice di Ca’ Foscari, ha messo a punto un modello di ‘machine learning’ in grado di etichettare ogni commento e classificarlo come appropriato, inappropriato, offensivo o violento, a seconda

La ricerca è stata svolta nell’ambito del progetto europeo IMSyPP “Innovative Monitoring Systems and Prevention Policies of Online Hate Speech”, partito a marzo 2020 e della durata di 2 anni. Il progetto si pone come obiettivo principale l’analisi dei meccanismi che governano la formazione e diffusione di hate speech online e la formulazione di proposte data-driven per contrastarne la diffusione.


Segnala il razzismo online – Guida pratica del progetto LIGHT ON

Published on Oct 1, 2014

Segnala il razzismo online, la Guida Pratica del progetto LIGHT ON, si propone di aiutare e incoraggiare tutti gli utenti di internet e dei social media ad opporsi ai contenuti di incitano all’odio online, fornendo informazioni e suggerimenti su come agire in modo facile e sicuro. E’ stata redatta dal Forum delle Comunità immigrate e rifugiate di Londra (The Forum) con il contributo dei partner del progetto LIGHT ON, e tradotta ed adattata al contesto italiano dal National Watching Point creato dalla Regione Abruzzo nell’ambito del progetto. La guida è stata prodotta con il supporto finanziario del Programma Diritti Fondamentali e Cittadinanza della Commissione europea. I contenuti di questo documento sono di esclusiva responsabilità del consorzio LIGHT ON ed in nessun modo si può ritenere che riflettano le opinioni della Commissione Europea


L’ODIO NON È MAI NEUTRO. MA CON LA CULTURA SI PUÒ VINCERE

Un progetto di Unar per sensibilizzare sull’hate speech, fenomeno in crescita e frontiera ancora inesplorata

Ilaria Dioguardi

11-12-2020

In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, l’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ha promosso il webinar “L’odio non è mai neutro: diritti umani e contrasto all’hate speech” (si può vedere a questo link).

L’hate speech online è un fenomeno in forte crescita, che sfrutta la rete per diffondere i propri messaggi in maniera veloce e pervasiva.

Sono stati presentati i risultati di C.O.N.T.R.O., progetto promosso e finanziato dalla Commissione europea, ideato e coordinato da UNAR in partenariato con IRS (Istituto per la Ricerca Sociale). Il progetto ha una durata di due anni (2018-2020) e mira a contenere i discorsi di odio online attraverso la diffusione di una diretta e capillare campagna di sensibilizzazione e comunicazione sul fenomeno.

Il progetto C.O.N.T.R.O

C.O.N.T.R.O. è l’acronimo di Counter Narratives Against Racism Online. Attraverso una prima fase di studio e ricerca sui discorsi di odio online e sulle migliori strategie in uso per contrastarli, seguita da una campagna mediatica, il progetto ha l’aspirazione di raggiungere una metodologia comune ed efficace contro i discorsi di odio online.

La presentazione del progetto “L’odio non è mai neutro”

Grazie a C.O.N.T.R.O., UNAR potrà anche rafforzare la sua collaborazione con i principali attori coinvolti dal fenomeno: il Ministero della Giustizia e il personale giudiziario, il Ministero dell’Interno e le autorità di contrasto, le reti di ONG. Il progetto ha voluto, da una parte, analizzare la crucialità del linguaggio, per l’analisi e l’identificazione dei messaggi di odio veicolati dai social network: il mondo del web è complesso, l’uso di tecniche sempre più raffinate per scrivere rende difficile, a volte, captare questi messaggi. Dall’altra parte, mira a trovare una risposta alla domanda: come si può provare a contrastare messaggi di odio on line con l’utilizzo di contronarrative?


https://www.theitaliantimes.it/2020/11/25/intervista-progetto-ue-hit-odio-giovani-online-cyberbullismo/

Un un’intervista a The Italian Times, alcuni esperti in materia di politiche giovanili e comunicazione, tra cui i responsabili del progetto HIT (Hate Interrupter Teams),

spiegano quanto sia fondamentale – in questa difficile congiuntura economico-sociale sostenere i giovani impegnati in azioni e campagne contro l’odio online. Soprattutto, nella consapevolezza che, quando oltre a questioni legali dell’uso di Internet (ad esempio, i diritti alla privacy), sia in rete – che fuori dalla rete – ne va l’immagine e il rispetto della dignità dell’individuo leso.


https://greenreport.it/rubriche/hate-speech-un-rapporto-europeo-caso-italiano-lodio-rete/

Hate speech, un rapporto europeo (e il caso italiano) contro l’odio in rete.

Rassegnati, arrabbiati e aggressivi. Sono i profili degli “hate speakers” individuati dai ricercatori in Italia

Il report europeo #Silence Hate è la sintesi di quattro studi condotti in Belgio, Repubblica Ceca, Germania e Italia sull’hate speech online, nell’ambito del progetto BRICkS – Building Respect on the Internet by Combating Hate Speech.

Secondo la definizione data dal Consiglio d’Europa nel 1997, per “discorsi d’odio” si intendono: “tutte le forme di espressione che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o altre forme di odio basate sull’intolleranza, inclusa l’intolleranza espressa da nazionalismo ed etnocentrismo aggressivi, la discriminazione e l’ostilità nei confronti delle minoranze, dei migranti e delle persone di origine straniera.”

I discorsi d’odio sono divenuti una questione rilevante sia a livello politico che nel dibattito pubblico, assumendo particolare importanza nel 2015. In Italia nel 2014 l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) ha registrato ben 347 casi di espressioni razziste su social network, di cui 185 casi su Facebook, Twitter e Youtube. Questa tendenza è aumentata nel 2015 ed in particolare dall’estate 2015 si è assistito ad un incremento dei discorsi di odio diretti ai rifugiati, soprattutto rifugiati musulmani, e a persone che operano in loro favore come volontari, politici e attivisti. Questi fenomeni sono chiaramente collegati alla crisi Europea dei rifugiati, che ha portato non solo all’aumento delle forme di supporto verso i migranti da parte della società civile ma anche ad un incremento dei discorsi d’odio online.

I forum dei media online, i commenti agli articoli e le pagine Facebook dei giornali nazionali e locali sono gli spazi virtuali in cui hanno origine i discorsi di odio rivolti contro rifugiati e cittadini di origine straniera.


DOSSIER Unità operativa del Centro per la Cooperazione Internazionale Osservatorio Balcani e Caucaso


Il progetto Hatemeter è uno strumento in rete per misurare, monitorizzare e contrastare il discorso d’odio online nei confronti della comunità musulmana che nasce dalla risposta ad un call della Commissione Europea il cui obiettivo era quello di indagare fenomeni relativi a diritti di cittadinanza europea, lotta alla discriminazione, prevenzione e lotta all’intolleranza. È un progetto che ha coinvolto un team multidisciplinare. Nello specifico, il progetto è stato coordinato dall’Università di Trento, ha avuto come partner la Fondazione Bruno Kessler, Teesside University (UK), University Toulouse1 Capitole (FR) e tre organizzazioni non governative: Amnesty International, Stop Hate UK (UK), Collectif contre l’islamophobie en France (FR). Le lingue di lavoro del progetto sono state italiano, inglese e francese.

Qual è l’obiettivo del progetto Hatemeter?

Il progetto Hatemeter ha avuto l’obiettivo di sistematizzare, aumentare e condividere la conoscenza sull’odio anti-musulmano online e ad aumentare l’efficienza e l’efficacia delle ONG nella prevenzione e nella lotta all’islamofobia a livello europeo.

A tal scopo, abbiamo sviluppato la piattaforma Hatemeter, uno strumento ICT che monitora e analizza automaticamente i dati di Internet e dei social media sull’odio anti-musulmano e che, grazie all’intelligenza artificiale e sempre in modo automatico, produce risposte e suggerimenti per supportare contro-narrative e campagne di sensibilizzazione. Il funzionamento della piattaforma si basa su una combinazione di linguaggio naturale, apprendimento automatico e analisi/visualizzazione di big data.

La piattaforma Hatemeter è stata validata attraverso sperimentazioni condotte in Italia, Francia e Regno Unito da circa duecento operatori e volontari delle tre ONG partner del progetto.

Un ulteriore obiettivo del progetto è stato quello di sviluppare una campagna di sensibilizzazione ah hoc sull’argomento hate speech e islamofobia che ha prodotto il video che vedete qui, realizzato da Matteo Scotton, director & film maker https://www.matteoscotton.com/


http://www.nohatespeech.it/menu-azioni/no-hate-europa/progetto-europeo/

Il progetto mira a combattere il razzismo e la discriminazione nella loro espressione online dotando i giovani e le organizzazioni giovanili delle competenze necessarie a riconoscere ed agire contro tali violazioni dei diritti umani.

Gli obiettivi specifici sono:

• Per entrare in contatto con giovani attivisti online e organizzazioni giovanili al fine di sviluppare le competenze e gli strumenti per agire per i diritti umani nello spazio on-line;

• Per mappare le forme e le percezioni di odio on-line, il loro impatto sui giovani e modi per affrontarle;

• Per creare una rete di attivisti per i diritti umani;

• Per realizzare e sviluppare una campagna online contro il razzismo e la discriminazione, con una dimensione sia nazionale che internazionale;

• Per contribuire al governo democratico di Internet, attraverso lo sviluppo di linee guida, nel rispetto della libertà di espressione.


Un bando UE per prevenire e combattere gli hate speeches

30 Agosto 2018

Nell’ambito del programma REC – Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza, la Commissione Europea ha pubblicato un bando per sostenere progetti volti a prevenire e combattere i discorsi d’odio sul web. Con questo bando si promuove la realizzazione di progetti che siano in grado di sviluppare alternative e contro-narrative riguardo ai discorsi di odio online, promuovendo lo sviluppo del pensiero critico da parte degli utenti di Internet. Possono partecipare Enti pubblici ed organizzazioni non profit. La scadenza per l’invio delle proposte è fissato per l’11 ottobre 2018.


http://romasociale.com/un-progetto-per-creare-gruppi-di-giovani-contro-lodio-online/

UN PROGETTO PER CREARE GRUPPI DI GIOVANI CONTRO L’ODIO ONLINE

Bloccare l’incitamento all’odio online attraverso la creazione di gruppi di giovani, opportunamente formati, che svolgono il ruolo di “interruttori dell’odio”. Con questo obiettivo nasce Hit – Hate Interrupter Teams – il progetto europeo presentato oggi alla Camera che fornisce ai giovani le conoscenze e i mezzi necessari per arginare un fenomeno sempre più diffuso che sfocia spesso in odio razziale, omofobo e sessista.

Tra le associazioni dei nove partner europei che promuovono il progetto, per l’Italia c’è Mulab, associazione no profit che svolge attività di ricerca, promozione e formazione nel settore dell’industria culturale. Drammatici i dati: dall’inizio della pandemia, nel mondo, il traffico verso siti che incitano all’odio e alla discriminazione è aumentato del 200%. Solo su chat tra bambini e adolescenti, gli hate speech sono cresciuti di oltre il 70%, mentre quasi il 17% dei discorsi online in Italia è, ormai, diventato un discorso d’odio. Inoltre, dal 25 aprile al 17 giugno scorso, i contenuti d’odio condivisi solo su Twitter in Italia sono stati 679mila, da parte di quasi 150mila utenti.


http://www.reactnohate.eu/wp-content/uploads/2019/11/Educational-Toolkit_IT.pdf

Manuale operativo per attività educative sui discorsi d’odio e sulla costruzione di una contro narrativa.

Il contenuto di questa pubblicazione non riflette la posizione ufficiale dell’Unione Europea. La responsabilità delle informazioni e delle opinioni ivi espresse ricade unicamente sugli autori.

http://www.uvic.cat/en


Le parole uccidono: deponi le armi con PRISM

CILD staff 30 maggio 2016

Il progetto PRISM (e cioè Preventing, Redressing & Inhibiting Hate Speech in New Media) si propone di combattere la diffusione dell’hate speech online.

L’impegno di PRISM (e non solo)

Un lavoro importante è stato fatto nell’ambito del progetto PRISM, innanzitutto tramite una serie inchieste e studi. Più specificatamente, sono state infatti condotte: una ricerca sui principi di diritto europeo e internazionale, un’analisi comparativa sulla legislazione nazionale e sulla sua efficacia nei crimini d’odio nell’Unione Europea e cinque ricerche nazionali (in Italia, Spagna, Francia, Regno Unito e Romania) che hanno mappato il fenomeno su siti web, blog e social network. Sono stati inoltre offerti workshop, seminari e interventi nelle scuole nonché predisposte campagne di sensibilizzazione e educazione per il grande pubblico. Queste attività divulgative hanno permesso di sensibilizzare sulla tematica di soggetti una varietà di soggetti: giornalisti, blogger, amministratori di social network, giovani, insegnanti, operatori delle organizzazioni giovanili, operatori delle forze dell’ordine e professionisti operanti nel campo del diritto.

Oltre all’impegno della società civile e delle persone comuni, è però ovviamente necessario un intervento del legislatore: lo studio condotto da PRISM rivela infatti che in europea vi è una grave lacuna in merito alla normativa sui discorsi d’odio online, mancando tuttora una definizione comune del fenomeno. Un’azione legislativa sul punto è quindi imperativa e urgente.


La Campagna del CoE

Il No Hate Speech Movement è una Campagna giovanile del Consiglio d’Europa per fronteggiare e combattere i discorsi di incitamento all’odio, mobilitando i giovani per difendere i diritti umani e la democrazia online e ridurre l’accettazione di discorsi di incitamento all’odio, segnalandoli, denunciandoli e offrendo valide contro-narrazioni.

È un movimento internazionale composto da Campagne nazionali attive in oltre 40 paesi che, insieme a partner europei e attivisti online, lavorano per attuare gli obiettivi e le priorità della Campagna del Consiglio d’ Europa.

La Campagna No Hate Speech Movement è coordinata dal Dipartimento Gioventù del Consiglio d’Europa dal 2012. Ha lo scopo di combattere il razzismo e la discriminazione online, mobilitando i giovani e le organizzazioni giovanili per riconoscere le violazioni dei diritti umani e agire nella maniera più opportuna. Il progetto si basa sulla partecipazione dei giovani e sulla cogestione. È stato avviato dai rappresentanti dal Joint Council on Youth, organismo che mette insieme rappresentanti dei giovani dal Advisory Council on Youth e rappresentanti governativi della gioventù dallo European Steering Committee on Youth. L’iniziativa è quindi realizzata dai giovani con il sostegno di istituzioni e organizzazioni non governative giovanili.

Dopo una prima fase, durata dal 2013 al 2015, la Campagna è stata prolungata fino alla fine del 2017 come parte del Piano d’azione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro l’estremismo violento e la radicalizzazione che conduce al terrorismo. Inoltre, la Campagna contribuisce all’implementazione del piano d’azione per la costruzione di società inclusive ed alla strategia del Consiglio d’Europa sulla governance di Internet, che auspica lo sviluppo di un ambiente online accessibile, inclusivo, sicuro e accogliente.


https://www.scuolacitta.it/attivita-e-laboratori/percorsi-di-media-education-e-contrasto-allhate-speech-on-line/

Percorsi di media education e contrasto all’hate speech on line.

Recenti statistiche evidenziano che gli utenti web sono in costante aumento in Europa e in particolare in Italia e tra i giovani. Il rapporto Censis 2016 sulla comunicazione rileva come il 95,9%, cioè praticamente la totalità, dei giovani under 30 utilizza Internet quotidianamente. Questo enorme utilizzo dei social network da parte dei giovani deve essere considerato con attenzione. Come è emerso dagli ultimi due Rapporti ECRI sull’Italia, la proliferazione dei discorsi d’odio, la mancanza di una raccolta dati sistematica e l’inefficacia dei metodi di controllo portano ad affermare che i problemi legati alla diffusione di discorsi di odio su Internet rappresentano una priorità nella lotta contro il razzismo e in questa lotta la prevenzione gioca un ruolo cruciale.

L’incitamento all’odio in quanto tale non è un problema nuovo nel dibattito sui diritti umani, ma il potenziale impatto della sua dimensione su Internet dà nuovi motivi di preoccupazione. L’unico metodo per combattere e prevenire il discorso razzista e xenofobo su Internet è la formazione e la sensibilizzazione, nonché un impegno diretto degli utenti nel disegnare nuove risposte e metterle in pratica. I giovani hanno bisogno di trovare occasioni per riflettere, capire, mettere a distanza un fenomeno complesso come l’hate speech per poter discutere e analizzare sia i propri comportamenti mediali sia le strategie più efficaci per costruire una comunità aperta e accogliente, con una comunicazione empatica e interculturale. Una consapevolezza di questo genere è imprescindibile per educare ai giovani ad un uso corretto dei media.

Il percorso qui proposto vuole fornire strumenti di riflessione e consapevolezza ai giovani coinvolti nelle attività del progetto. L’obiettivo di combattere i pregiudizi, gli stereotipi e la cattiva informazione, che spesso alimentano il discorso d’odio in rete, sarà perseguito tramite un approccio interculturale.

Nella realizzazione del percorso sarà utilizzato lo strumento del “Media education ed hate speech. Quaderno di lavoro”, promosso da Cospe e Zaffiria

Per ogni anno di progetto sarà organizzato un modulo per sensibilizzare gli alunni e le alunne sul tema del contrasto al discorso di odio online. Per ogni scuola saranno coinvolte 2 classi, ciascuna delle quali parteciperà a un percorso di 10. Il modulo sarà organizzato da incontri di 2 ore ciascuno e ciascun incontro coinvolgerà un gruppo classe di 25-30 alunni/e. I percorsi educativi saranno svolti sulla base del modulo educativo “Media education, comunicazione interculturale e Hate speech”, elaborato da Cospe nell’ambito del progetto europeo “Bricks” e già sperimentato in alcune scuole in Toscana.

Soggetto responsabile: COSPE


https://www.cliclavoro.gov.it/Clicomunica/News/2018/Pagine/Odio-in-rete-una-call-dalla-Commissione-Europea.aspx

La Commissione Europea ha aperto una call per prevenire e combattere i discorsi d’odio sul web rivolta a Enti Pubblici e Organizzazioni No Profit.

Attraverso la call si chiede lo sviluppo di progetti che siano in grado di sviluppare alternative e contro-narrative riguardo ai discorsi di odio online, promuovendo lo sviluppo del pensiero critico da parte degli utenti di Internet.

In particolare si finanzieranno progetti orientati a una o più delle seguenti attività: implementazione di tecnologie e strumenti web innovativi capaci di per monitorare, prevenire e contrastare l’incitamento all’odio online; studi che analizzino la diffusione dei discorsi di odio razzisti e xenofobi in diversi Stati membri e che individuino i gruppi che generano e diffondono tali contenuti, il volume e la frequenza del caricamento di contenuti, le piattaforme scelte e la loro diffusione nella società tradizionale; sviluppo di attività di sensibilizzazione online, come lo sviluppo di narrative capaci di promuovere i valori dell’UE, la tolleranza e il rispetto dei diritti fondamentali dell’UE; apprendimento reciproco, scambio di buone pratiche, compresa l’individuazione delle migliori pratiche che possano essere trasferibili ad altri paesi o organizzazioni partecipanti.


http://www.dpce.it/i-discorsi-d-odio-e-la-democrazia-il-contrasto-allo-hate-speech-nell-ordinamento-costituzionale-globalizzato.html

EVENTO

I DISCORSI D’ODIO E LA DEMOCRAZIA in occasione della presentazione del volume di IGNAZIO SPADARO

“Il contrasto allo Hate Speech nell’ordinamento costituzionale globalizzato”

Giappichelli -Torino, 2020

Presiede

Prof.ssa ANNA MARIA MAUGERI

Coordinatrice del Dottorato di ricerca in Giurisprudenza

Professoressa Ordinaria di Diritto penale

Università degli studi di Catania

Introduce

Prof. Emilio Castorina

Professore Ordinario di Diritto costituzionale

Università degli studi di Catania

Ne discutono

Prof. FRANCESCO VIGANÒ

Giudice della Corte costituzionale

Professore Ordinario di Diritto penale

Università Bocconi di Milano

Prof. ORESTE POLLICINO

Membro del Comitato esecutivo

dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali

Professore Ordinario di Diritto costituzionale

Università Bocconi di Milano


https://www.metisjournal.it/index.php/metis/article/view/315

saggio

Milena Santerini

Università Sacro Cuore Cattolica

Abstract

Anche se il discorso d’odio e i comportamenti ostili sono presenti nelle società umane fin dalle origini, oggi l’hate speech assume caratteristiche inedite a causa delle trasformazioni nella comunicazione globale online (Ziccardi 2016). La diffusione dell’incitamento all’odio sul web (peraltro strumento insostituibile di informazione) preoccupa per la trasversalità e la capacità di alimentare in modo inedito tribalismi, aggressività generalizzata, polarizzazioni, razzismi “originari” (Pasta 2018).

Il testo presenta un’analisi delle caratteristiche specifiche assunte dal discorso d’odio online, in continua evoluzione (Santerini 2019). Evidenza poi il nesso tra coscienza razionale e comportamenti “inconsapevoli” sulla base delle indagini attuali sulle “neuroscienze affettive” (Immordino Yang 2017). Alla luce degli aspetti emotivi dell’ostilità vengono individuate e categorizzate alcune forme di contrasto all’hate speech allo scopo di trarne indicazioni di intervento pedagogico.