Risorse sitografiche

Titolo: Opposing Hate Speech

Anno 2005, Praeger

Autori: Cortese A.,

Abstract

Cosa succede quando due valori americani profondamente radicati, la libertà di espressione e la libertà dalla discriminazione, si scontrano?
In ogni società democratica ben consolidata, le persone hanno il diritto alla libertà di parola così come il diritto alla parità di trattamento e protezione ai sensi della legge. Ma quando il discorso di una persona danneggia un’altra persona sulla base di razza, etnia, religione, genere o orientamento sessuale, può essere qualificato come incitamento all’odio ed essere soggetto a restrizioni. Cortese sostiene che limitare l’incitamento all’odio non viola il principio guida alla base del Primo Emendamento, ma non è ansioso di vedere altre cause. Una restrizione efficace, afferma, non dovrebbe concentrarsi sul contenzioso, ma sui codici linguistici e sull’educazione morale.
C’è un limite alla libertà di espressione in una democrazia e, in caso affermativo, dove dovrebbe essere tracciata la linea di demarcazione?
Nel tentativo di rispondere a questa domanda, Cortese fornisce una solida argomentazione per prestare attenzione al contesto e al buon senso. Alcuni incitamenti all’odio sono più riprovevoli di altri; non tutte le affermazioni discriminatorie sono ugualmente gravi. C’è una differenza percettibile tra un’osservazione offensiva e un incitamento a commettere un omicidio. C’è anche una distinzione fondamentale tra discriminazione intenzionale e non intenzionale. In questo libro, Cortese ripensa ad alcune delle questioni che sono state messe a tacere in modi dannosi per molti, specialmente quelle che sono state brutalizzate, oppresse, manipolate, dominate, segregate e svantaggiate. Dovremmo riconoscere le gravi ferite inflitte dall’incitamento all’odio e le potenziali tensioni tra le soluzioni legali a tali lesioni e il Primo Emendamento. Dobbiamo spingere per l’educazione morale, codici linguistici educativi e, quando necessario, una risposta formale, giuridico-strutturale all’incitamento all’odio al fine di rafforzare il nostro impegno per la tolleranza come valore.

Link di riferimento: https://www.abc-clio.com/products/d4652c/

Titolo: The Harm in the Hate Speech

Anno 2013, Macmillan, Cambridge, MA: Harvard University Press. 

Autori: Waldron, J. (2012). The Harm in the Hate Speech. Cambridge, MA: Harvard University Press. 

Abstract

Ogni democrazia liberale ha leggi o codici contro l’incitamento all’odio, tranne gli Stati Uniti. Per i costituzionalisti, la regolamentazione dell’incitamento all’odio viola il Primo Emendamento e danneggia una società libera. Contro questa visione assolutista, Jeremy Waldron sostiene con forza che l’incitamento all’odio dovrebbe essere regolato come parte del nostro impegno per la dignità umana e per l’inclusione e il rispetto per i membri delle minoranze vulnerabili.

Offesa, ad esempio raffigurando un leader religioso come un terrorista in una vignetta di un giornale, non equivale a lanciare un attacco diffamatorio alla dignità di un gruppo, secondo Waldron, ed è fuori dalla portata della legge. Ma la diffamazione di un gruppo minoritario, attraverso l’incitamento all’odio, mina un bene pubblico che può e deve essere tutelato: la fondamentale garanzia di inclusione nella società per tutti i membri. Un ambiente sociale inquinato da volantini anti-gay, striscioni nazisti e croci in fiamme invia un messaggio implicito ai bersagli di tale odio: la tua sicurezza è incerta e puoi aspettarti di affrontare umiliazioni e discriminazioni quando esci di casa.

I sostenitori della libertà di parola si vantano di disprezzare ciò che dicono i razzisti, ma di difendere fino alla morte il loro diritto di dirlo. Waldron trova questa enfasi sulla resilienza intellettuale fuorviante e indica invece la minaccia che l’incitamento all’odio pone alla vita, alla dignità e alla reputazione dei membri delle minoranze. Trovando supporto per la sua visione tra i filosofi dell’Illuminismo, Waldron ci chiede di andare oltre l’eccezionalismo istintivo americano nei nostri dibattiti sulle gravi conseguenze dell’incitamento all’odio.

https://www.routledge.com/Online-Hate-and-Harmful-Content-Cross-National-Perspectives/Keipi-Nasi-Oksanen-Rasanen/p/book/9780367876968

Titolo: Online Hate and Harmful Content – Cross-National Perspectives

Anno 2016, Routledge, Londra

Autori: Keipi, Teo; Näsi, Matti; Oksanen, Atte; Räsänen, Pekka

Abstract

Negli ultimi decenni, vari tipi di materiale di odio hanno suscitato crescente preoccupazione.
Oggi, la portata dell’odio è più ampia che mai, poiché l’accesso facile e spesso anonimo a un’enorme quantità di contenuti online ha aperto Internet sia all’uso che all’abuso. Fornendo possibilità di accesso istantaneo e poco costoso senza legami con la posizione geografica o un sistema di identificazione degli utenti, Internet ha consentito a gruppi di odio e individui che sposano l’odio di trasmettere le loro idee a un pubblico mondiale. L’odio online e i contenuti dannosi si concentrano sul ruolo dei contenuti online potenzialmente dannosi, in particolare tra i giovani.
Questo focus viene esplorato attraverso due approcci: in primo luogo, la comunanza dell’odio online attraverso le statistiche dei sondaggi transnazionali. Ciò include una discussione sulle varie implicazioni dell’odio online per i giovani in termini, ad esempio, di benessere soggettivo, fiducia, immagine di sé e relazioni sociali. In secondo luogo, il libro esamina le strutture teoriche dei campi della sociologia, della psicologia sociale e della criminologia utili per comprendere il comportamento online e la vittimizzazione online. I limiti della teoria passata vengono valutati e integrati con un nuovo modello teorico che collega il lavoro passato all’ambiente online così com’è oggi. Un volume importante e tempestivo in questa era digitale in continua evoluzione, questo libro è adatto a laureati e laureati interessati ai campi di Internet e nuovi media, psicologia sociale e criminologia. Le analisi ei risultati del libro sono particolarmente rilevanti anche per gli operatori ei responsabili politici che lavorano nei settori della regolamentazione di Internet, della prevenzione della criminalità, della protezione dell’infanzia e del lavoro sociale/giovanile.

Titolo: I discorsi dell’odio: razzismo e retoriche xenofobe sui social network 

Anno 2019, Carocci, Roma

Autori: Ferrini, C., Paris, O.

Abstract

In un momento di grande disorientamento politico e morale, in cui tornano in voga concetti pericolosi come quello di “razza” e i discorsi denigratori sono legittimati anche da politici di primo piano, sembra quasi che l’odio non abbia più anticorpi e freni sociali: i discorsi razzisti si diffondono come virus e passano dalla sfera virtuale, social, a quella giornalistica e mediale. Come opporsi a questo meccanismo discorsivo? Un primo passo da compiere può essere quello di uscire dalla narrazione emotiva della cronaca e, mettendo in azione le discipline umanistiche, trovare delle chiavi di lettura in grado di restituire tutta la complessità del fenomeno, così da poterlo raccontare. Il volume propone un’analisi che permette di conoscere la dimensione strutturale dei discorsi dell’odio, di mostrarne le dinamiche funzionali e gli effetti che producono, in altre parole di smascherarli.

http://siba-ese.unisalento.it/index.php/h-ermes/issue/view/1932

Titolo: The relation between the cyberhate and cyberbullying experiences of adolescents in the Czech Republic, Poland, and Slovakia

Anno 2022, Articolo su rivista, Computers in Human Behavior

Autori: Bedrosova, M., Machackova, H., Šerek, J., Smahel, D., Blaya,

Abstract

Questo studio indaga la relazione strutturale tra due tipi di cyberaggressione: cyberhate e cyberbullismo. Cyberhate è un incitamento all’odio online che attacca le identità collettive. Il cyberbullismo è definito dall’intento di nuocere, dalla sua natura ripetuta e da uno squilibrio di potere. Considerando queste caratteristiche e i punti in comune condivisi, abbiamo utilizzato i dati del sondaggio di adolescenti provenienti da Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia (N = 3.855, di età compresa tra 11 e 17 anni) per esaminare la relazione tra loro. Abbiamo testato un modello bifattoriale con il fattore di rischio comune generale e due distinti fattori di odio e cyberbullismo. Abbiamo anche testato modelli alternativi a un fattore e due fattori. La struttura bifattoriale ha mostrato l’adattamento migliore e ha consentito un ulteriore esame delle caratteristiche uniche e comuni dell’odio cibernetico e del cyberbullismo testando le loro associazioni con fattori protettivi e di rischio selezionati. I risultati hanno mostrato che il fattore di rischio generale era associato a età più avanzata, problemi emotivi e tempo trascorso online. La discriminazione basata sull’individuo era associata al cyberbullismo e al fattore di rischio generale. La discriminazione basata sul gruppo era associata all’odio informatico e al cyberbullismo. L’esposizione a contenuti online dannosi è stata associata a tutti i fattori. Considerando che la ricerca precedente non ha sufficientemente differenziato tra questi due fenomeni, il nostro studio fornisce una delimitazione basata empiricamente per aiutare a identificare le loro basi e differenze condivise.

https://www.researchgate.net/publication/322675868_L’hate_speech_al_tempo_di_Internet

Titolo: L’hate speech al tempo di Internet

Dicembre 2017

Project: Hate speech

Autori: Roberto Bortone

Università Degli Studi Roma Tre

Abstract

La cronaca sempre più spesso riporta notizie di persone o gruppi verbalmente aggrediti in Rete per motivi di odio politi-co, religioso, razziale, di genere o di orientamento sessuale. A livello istituzionale e della società civile si moltiplicano le ini-ziative per arginare un fenomeno “antico” realizzato attraverso nuovi mezzi. Quali sono i tratti propri del discorso d’odio (hate speech) veicolato tramite Internet? Come lo si può definire, anche da un punto di vista giuridico? E come contrastarlo in modo efficace? «P oche persone riescono ad essere felici senza odiare qualche altra persona, nazione o credo». Questa amara constata-zione, attribuita a Bertrand Russell (1872-1970), filosofo gallese anticonformista e premio Nobel per la letteratura nel 1950, è oggi più che mai attuale se consideriamo la diffusione dell’hate speech (discorso d’odio) su Internet, ossia di frasi e discorsi che incitano apertamente all’intolleranza e alla violenza nei con-fronti di una persona o di un gruppo e che possono sfociare in reazioni aggressive contro le vittime. Non è certo una questione nuova, ma il ricorso a Internet come mezzo per l’incitamento all’o-dio solleva domande inedite, imponendo la ricerca di risposte ade-guate a livello giuridico e di mezzi per contrastare queste pratiche ispirate alla violenza.


https://www.academia.edu/62825699/Applied_Linguistics_to_Identify_and…

Titolo: Applied Linguistics to Identify and Contrast Racist ‘Hate Speech’: Cases from the English and Italian Language

21 Dicembre 2018

Autori: Gabriella B. Klein

Abstract

Applied linguistics makes use of analytical tools from many not only language-related disciplines. Purpose of the research was to show how the methodological choices of analysis are driven by the nature of the object of analysis itself. The ‘hate speech’ phenomenon is particularly interesting for this, due to its complexity which is reflected in a series of definitions, none of which really grasps completely its multifaceted nature. Indeed, one needs to use a variety of analytical tools originating
from different social and human disciplines to support and integrate an ‘applied linguistics’ approach. Current ‘hate speech’ research focuses mainly on a lexical-semantic level (verbal communication), adding in some cases also visual aspects (visual communication), but neglecting body language (non-verbal communication) and the use of the voice (paraverbal communication). The same restricted understanding of hate speech emerged from the analysis of legal texts and their language use talking about hate crime and hate speech. The empirical case studies
presented here stem from a two-year European project named RADAR Regulating AntiDiscrimination and AntiRacism (JUST/2013/FRAC/AG/6271) and include the analysis of two advertising images from UK and one talk show extract from Italy. Given their different communicational configuration, the materials needed to be analyzed by means of different tools ranging, in our case, from Language Critique (Sprachkritik), Critical Discourse Analysis, Ethnomethodology, Ethnographic Conversation Analysis, Psychology of Color and Forms. The RADAR project advocates for a deeper understanding of the ‘hate speech’ phenomenon, not only in its verbal dimension; we therefore had to apply a multifaceted interdisciplinary approach, through which raise a deeper understanding of racist communication practices

https://www.openstarts.units.it/bitstream/10077/21514/1/04_tigor_1_2018_Cerquozzi.pdf

Titolo: Dall’odio all’hate speechConoscere l’odio e le sue trasformazioni per poi contrastarlo

Autore: Francesca Cerquozzi

Tigor: rivista di scienze della comunicazione e di argomentazione giuridica – A. X (2018) n.1

Abstract

Poche persone riescono ad essere felici senza odiare qual-che altra persona, nazione o credo”. Questa amara costata-zione è attribuita a un filosofo anticonformista divenuto nel 1950 Premio Nobel per la letteratura, Bertrand Russell (1872-1970) e risulta essere valida oggi più che mai. Ma cosa ci sta succedendo? Perché l’odio ha trovato così tanto spazio nella società di oggi? E per dirla tutta: i de-moni davvero albergano nell’animo di ciascuno di noi, come intuiva Dostoevskij? E se sì, il Male finirà per di-ventare il linguaggio corrente ed egemone?In questo breve paper proveremo ad analizzare l’odio, andando oltre le semplici definizioni, per poi provare a chiarire il ruolo, spesso fondamentale, che svolge nelle dinamiche della formazione dell’ “unità” ideologica di un paese e cogliere le sue trasformazioni dopo la nascita e lo sviluppo del web e dei Social Network. È proprio nel web, spazio liquido regolato da velocità, incisività e interconnessione, che si ridefiniscono le rela-zioni sociali e l’odio riesce ad esprimere le sue maggiori potenzialità distruttive, nella creazione di ideologie ba-sate sulla giustificazione dell’aggressività verso determi-nate categorie di persone con la finalità di raggiungere una condizione “umana” migliore e ideale. Dopo aver familiarizzato con l’odio e le sue diverse sfac-cettature proveremo a fare un po’ di chiarezza sulle impli-cazioni giuridiche e culturali dell’hate speech online in riferimento al contesto europeo e italiano e agli strumenti in grado di prevenire e contrastare tale fenomeno.


https://www.silencehate.it/wp-content/uploads/2018/07/silence-hate-quaderno-di-lavoro.pdf

Titolo: SILENCE! HATE – Media education e hate speech – Quaderno di lavoro – CAPIRE E GESTIRE L’HATE SPEECH PER PREVENIRLO E CONTRASTARLO

Modulo ideato e realizzato da Centro Zaffiria e COSPE

Cofinanziato dal programma Fundamental Rights and Citizenship dell’Unione Europea

Abstract

Negli ultimi anni, il discorso d’odio online è di-ventato un fenomeno molto diffuso e preoccu-pante, che ha radici culturali e sociali profonde e che pone nuovi interrogativi e sfide alla questione della libertà di espressione sul web. In questo con-testo, i giovani rischiano di essere maggiormente esposti sia per il massiccio uso dei social sia per la scarsità (o la mancanza) di situazioni in cui prendere consapevolezza del discorso d’odio. L’educazione e la sensibilizzazione sono le strategie più efficaci per combattere e prevenire il discorso di odio su internet e la scuola si trova in prima linea di fronte al difficile compito di affrontare questo fenomeno, che ha senza dubbio forti ripercussioni nelle rela-zioni tra i pari e nella propria relazione col mondo. Il progetto #SilenceHate – Giovani digitali contro il razzismo, finanziato dall’Ufficio Nazionale Antidi-scriminazioni Razziali (UNAR) mira a combattere la diffusione su Internet dei discorsi d’odio nei confronti di migranti e minoranze, attraverso l’educazione ai media dei giovani. Il progetto risponde al bisogno degli insegnanti di trovare delle idee per affron-tare l’hate speech con i propri studenti, attraverso l’educazione interculturale e il coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze. Mediante le sue attività, intende fornire ad insegnanti, educatori e giovani gli strumenti di analisi e gli strumenti operativi per riconoscere e combattere l’hate speech online e per diffondere il valore positivo della diversità e favorire la cultura del rispetto. Il presente modulo formativo si basa sul lavoro fatto nelle scuole nell’ambito del progetto BRICkS – Costruire il rispetto su internet combattendo l’hate speech, che COSPE e Zaffiria con altre organizzazioni europee hanno realizzato nel biennio 2014-2016. La sperimentazione concreta delle attività che ha coinvolto oltre 500 studenti ci ha permesso di in-terrogarci sul senso etico di un lavoro come quello sull’hate speech, ci ha permesso di ascoltare i ragazzi e le ragazze (le loro esperienze, le loro opinioni, le loro strategie, le loro emozioni), ci ha evidenziato alcuni passaggi del modulo maggiormente faticosi (il lavoro di analisi dei messaggi d’odio), ci ha per-messo di riprogettare situazioni di apprendimento che di volta in volta venivano riplasmate dall’azione reale e dagli scambi verbali degli studenti. Questo modulo ha avuto il coraggio di ragionare con gli studenti su domande difficili e estrema-mente attuali: le attività qui proposte sono però solo un possibile indice di idee e piste di lavoro che confidiamo ne possa generare di migliori una volta in mano ai docenti e agli educatori. È costruito sull’idea che sia più interessante fare ricerca insieme agli studenti su questo tema, ponendo domande e analizzando materiali che possano su-scitare curiosità, facendoli sentire coinvolti, anziché dare loro da subito alcune risposte che togliereb-bero la possibilità alla classe di scoprirle insieme. Le metodologie scelte nelle singole attività hanno l’obiettivo di “far vivere il problema”, collegarlo all’esperienza concreta degli studenti, sollecitare il loro ragionamento, la loro attivazione positiva. Ecco perché non trovate risposte giuste o sbagliate ma idee concrete per aprire ricerche che confidiamo possano appassionare i vostri studenti (e voi).


Abstract

Diffuso, perché coinvolge innumerevoli utenti della rete, in qualità di vittime o di perpetratori. Liquido, perché si propaga con forza in modo rapido e a ampio raggio, difficile da contenere. Pericoloso, perché il suo sdoganamento è al tempo stesso causa e effetto di un processo di cambiamento culturale che conduce a manifestazioni di discriminazione e intolleranza offline. Così è l’odio sul web oggi. Le parole d’odio in rete, il cosiddetto hate speech online, rappresentano un fenomeno esteso e trasversale: colpiscono i più vulnerabili sulla base delle origini, della religione, del genere e dell’identità di genere, dell’orientamento sessuale, delle condizioni socio-economiche, dell’aspetto. A volte sono incitate da politici e personaggi influenti, in altri casi la scintilla è innescata da notizie o fake news. Quando il livello di odio è già saturo, non c’è neppure bisogno di qualcuno o qualcosa che dia il là alla violenza verbale online.


https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/le-strategie-di-contrasto-allodio-online-nellunione-europea-46113/

Titolo: Hate speech, la normativa in Europa e Usa sull’odio online

17 Lug 2018

Autore: Maria Romana Allegri

Il confine esatto fra espressioni critiche e quelle di odio vero e proprio è difficile da stabilire, né esiste una norma che definisca con precisione in cosa consista lo hate speech. Ecco come si sta muovendo l’Europa per trovare un equilibrio tra chi chiede una rigida regolamentazione e chi difende la libertà d’espressione.


https://www.garanteprivacy.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/7506849

Titolo: Hatespeech? Faremo più controlli. Ma la vera sfida è l`educazione

Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali
(di Francesco Lo Dico, “Il Dubbio”, 17 gennaio 2018)

Migranti, donne, bambini. Il linguaggio dell´odio pervade social, siti e piattaforme ormai da anni, grazie alla complicità di nani e titani della rete, che troppo spesso hanno volto lo sguardo dall´altra parte, in nome della legge del clic che ha fatto strame di dignità, dati sensibili, e diritto alla privatezza. Una deriva segnalata e combattuta con forza sulle pagine di questo giornale, grazie all´iniziativa contro l´hate speech, lanciata a settembre dal Consiglio nazionale forense al G7 dell´avvocatura. Un segnale autorevole, che insieme a quelli lanciati dalla task force avviata dalla Commissione europea contro le fake news, e dal nostro governo con la legge contro il cyberbullismo in vigore da giugno, consentono al Garante della privacy, Antonello Soro, di segnalare un clima nuovo. “La collaborazione avviata con i social network dall´Autorità per la protezione dei dati personali, ci ha permesso di fare progressi nel contrastare l´odio. E altri ne arriveranno, grazie all´accordo che abbiamo siglato sabato con la Polizia postale”.


https://www.greenreport.it/rubriche/hate-speech-un-rapporto-europeo-caso-italiano-lodio-rete/

Titolo: Hate speech, un rapporto europeo (e il caso italiano) contro l’odio in rete

All’Internet festival di Pisa il 9 ottobre 2020 l’incontro organizzato da Cospe

Rassegnati, arrabbiati e aggressivi. Sono i profili degli “hate speakers” individuati dai ricercatori in Italia

Il report europeo #Silence Hate è la sintesi di quattro studi condotti in Belgio, Repubblica Ceca, Germania e Italia sull’hate speech online, nell’ambito del progetto BRICkS – Building Respect on the Internet by Combating Hate Speech.


http://www.clarin-it.it/it/content/webinar-sul-rilevamento-di-hate-speech-online-con-il-patrocinio-di-clarin-it-e-cnr-ilc

Mercoledì 8 aprile 2020, alle 17:00, Sara Tonelli (FBK) terrà un Webinar dal titolo “Costruire Tool e Dataset per Rilevare Hate Speech Online: Studi Attuali su Cyberbullismo e Islam”. Il Webinar fa parte del Ciclo di Seminari in Digital and Public Humanities del Venice Centre for Digital and Public Humanities del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (VeDPH-DSU-UNIVE) e ha il patrocinio di CLARIN-IT e dell’Istituto di Linguistica Computazionale “A. Zampolli” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ILC).

Il Webinar può essere seguito qui (tramite Google Hangouts Meet).

A recognition-sensitive phenomenology of hate speech


https://www.researchgate.net/publication/327332090_A_recognition-sensitive_phenomenology_of_hate_speech

August 2018

Authors: Suzanne Whitten

Queen’s University Belfast

One particularly prominent strand of hate speech theory conceptualizes the harm in hate speech by considering the immediate illocutionary force of a hate speech ‘act’. What appears to be missing from such a conception, however, is how recognition relations and normative expectations present in a speech situation influence the harm such speech causes to its victims. Utilizing a particular real-world example, this paper illustrates how these defining background conditions and intersubjective relations influence the harm of hate speech as it is experienced from the first-person perspective. This, more nuanced conception of harm, takes note of the effects such speech inflicts on an individual’s recognitive status, and can provide a clearer understanding of the conditions necessary for an act of hate speech to cause the speaker’s desired effect on their targets.

SELMA HACKING HATE

HACKING ONLINE HATE:

Building an Evidence Base for Educators

Please cite this report as:

SELMA (2019) Hacking Online Hate: Building an Evidence Base for Educators. www.hackinghate.eu.

This research report is published under the SELMA (Social and Emotional Learning for Mutual

Awareness) project by European Schoolnet. It is the result of a collaborative effort from

European Schoolnet, For Adolescent Health (FAH), South West Grid for Learning (SWGfL),

The Diana Award, Media Authority for Rhineland-Palatinate (LMK) and Centre for Digital Youth

Care (CfDP). More information about the SELMA project and partners is available at www.hackinghate.eu.

The publication was funded by the European Union’s Rights, Equality and Citizenship

Programme (2014-2020). The contents of the publication are the sole responsibility of the

authors and can in no way be taken to reflect the views of the European Commission.

The publication is made available under the terms of Creative Commons License Attribution-

Non Commercial (CC-BY-NC).

Cover image and icons: Freepik, George Studio/Shutter

Applied Linguistics Research Journal

Applied Linguistics to Identify and Contrast Racist ‘Hate Speech’: Cases from the English and Italian Language

Gabriella B. Klein

Abstract

Applied linguistics makes use of analytical tools from many not only language-related disciplines. Purpose of the research was to show how the methodological choices of analysis are driven by the nature of the object of analysis itself. The ‘hate speech’ phenomenon is particularly interesting for this, due to its complexity which is re_ected in a series of de_nitions, none of which really grasps completely its multifaceted nature. Indeed, one needs to use a variety of analytical tools originating from di_erent social and human disciplines to support and integrate an ‘applied linguistics’ approach. Current ‘hate speech’ research focuses mainly on a lexical-semantic level (verbal communication), adding in some cases also visual aspects (visual communication), but neglecting body language (non-verbal communication) and the use of the voice (paraverbal communication). The same restricted understanding of hate speech emerged from the analysis of legal texts and their language use talking about hate crime and hate speech. The empirical case studies presented here stem from a two-year European project named RADAR – Regulating AntiDiscrimination and AntiRacism (JUST/2013/FRAC/AG/6271) and include the analysis of two advertising images from UK and one talk show extract from Italy. Given their di_erent communicational con_guration, the materials needed to be analyzed by means of di_erent tools ranging, in our case, from Language Critique (Sprachkritik), Critical Discourse Analysis, Ethnomethodology, Ethnographic Conversation Analysis, Psychology of Color and Forms. The RADAR project advocates for a deeper understanding of the ‘hate speech’ phenomenon, not only in its verbal dimension; we therefore had to apply a multifaceted interdisciplinary approach, through which raise a deeper understanding of racist communication practices.


ACCADEMIA CIVICA DIGITALE

Hate speech: le linee guida del MIUR e dell’Unione Europea

A cura di Maria Bellotto

Combattere l’hate speech

Con la diffusione dei social network, il fenomeno è andato via via diffondendosi. Questa espansione ha alimentato un dibattito sul confine, spesso molto sottile, tra hate speech e libertà di espressione. Per questo motivo uno degli obiettivi dell’educazione civica digitale è quello di sottolineare questa importante differenza e contribuire a favorire la denuncia dei vari casi, soprattutto tra i più giovani. L’Italia, per combattere questa forma di cyberbullismo, sostiene e collabora attivamente al progetto dell’Unione Europea chiamato No Hate Speech Movement, con lo scopo di:

Combattere il razzismo e la discriminazione nelle loro espressioni online, cercando di favorire nei ragazzi/e l’adozione di comportamenti che contrastino messaggi discriminatori e ogni forma di violenza e odio.

Per farlo, il MIUR (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) ha attivato un Safer Internet Centre, che prevede attività di sensibilizzazione ai temi del cyberbullismo e dell’hate speech. Oltre a questo sono attivi  progetti di educazione civica digitale nelle scuole, ma anche Helpline e Hotline in collaborazione con il Telefono Azzurro e Save the Children. Queste hanno lo scopo di fornire supporto, in particolare a bambini, adolescenti e genitori, in caso di esperienze negative e/o problematiche, soprattutto sui social network.


https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Piano+Nazionale+ER+4.pdf/7179ab45-5a5c-4d1a-b048-5d0b6cda4f5c?version=1.0

Titolo: RISPETTA LE DIFFERENZE. Piano nazionale per l’educazione al rispetto

MIUR – PORTALE: www.noisiamopari.it

Il “Piano nazionale per l’educazione al rispetto” è finalizzato a promuovere nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado un insieme di azioni educative e formative volte ad assicurare l’acquisizione e lo sviluppo di competenze trasversali, sociali e civiche, che rientrano nel più ampio concetto di educazione alla cittadinanza attiva e globale. L’impianto complessivo del Piano è ispirato ai principi espressi dall’art. 3 della Carta Costituzionale. Il Piano promuoverà azioni specifiche per un uso consapevole del linguaggio e per la diffusione della cultura del rispetto, con l’obiettivo di arrivare a un reale superamento delle disuguaglianze e dei pregiudizi, coinvolgendo le studentesse e gli studenti, le e i docenti, le famiglie. Il Piano nazionale per l’educazione al rispetto rappresenta l’avvio di un percorso di sensibilizzazione attiva e trasversale in continua crescita e sviluppo con la collaborazione di tutto il mondo della scuola.


https://www.interno.gov.it/it/notizie/tutela-dei-diritti-umani-nel-web-aderisci-no-hate-speech

Tutela dei diritti umani nel web, aderisci a NO HATE SPEECH

MINISTERO DELL’INTERNO

14 Novembre 2014

Un sito web, una pagina Facebook, materiale informativo e spot radiotelevisivi per diffondere il messaggio del movimento lanciato dal Consiglio d’Europa e guidato in Italia dal dipartimento Gioventù e Servizio civile. Il ministero dell’Interno nel team della campagna italiana.


https://www.schooleducationgateway.eu/it/pub/latest/news/selma-project.htm

Contrastare l’hate speech online con il progetto SELMA

26.02.2019

L’hate speech online è un problema in costante crescita. Secondo un recente studio pubblicato dal progetto SELMA (Social and Emotional Learning for Mutual Awareness), l’odio online è diventato una parte inevitabile dell’esperienza quotidiana dei giovani con i media. La maggior parte dei giovani ha nozioni solo rudimentali di concetti come la libertà di parola o l’incitamento all’odio, e sembra avere un’idea solo molto vaga delle potenziali conseguenze dell’hate speech. Ecco perché servono ancora, e in maniera massiccia, regole e monitoraggio adeguati, oltre che educazione e azioni volte alla costruzione della consapevolezza.


http://www.unar.it/cosa-facciamo/azioni-positive-e-progetti/progetto-co-n-t-r-o/

Progetto CO.N.T.R.O

Promosso e finanziato dalla Commissione europea , CONTRO è un progetto ideato e coordinato da UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), in partenariato con IRS (Istituto per la Ricerca Sociale).

Obiettivi

Il progetto CONTRO ha una durata di due anni (2018-2020) e mira ad arginare i discorsi di odio online attraverso la diffusione di un’intensa e mirata campagna di sensibilizzazione e comunicazione sul fenomeno. L’hate speech online è un fenomeno in forte crescita che sfrutta la rete per diffondere i propri messaggi in maniera veloce e pervasiva. Nel tentativo di fornire risposte sempre più adeguate ed efficaci, alle varie forme di discriminazione presenti in rete, sono nate molte iniziative di contrasto, prevenzione ed informazione sui discorsi di odio. CO.N.T.R.O. si inserisce in questo contesto, ponendosi come obiettivo generale quello di contribuire al contrasto del razzismo, della xenofobia e di altre forme di intolleranza diffuse attraverso discorsi di incitamento all’odio online. Attraverso una prima fase di studio e ricerca sui discorsi di odio online e sulle migliori strategie in uso per contrastarli, seguita da una mirata campagna di comunicazione e sensibilizzazione sul fenomeno, il progetto ha l’ambizione di raggiungere una metodologia comune ed efficace contro i discorsi di odio online. Grazie al progetto CO.N.T.R.O., UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) potrà anche rafforzare la sua collaborazione con i principali attori nazionali coinvolti dal fenomeno: il Ministero della Giustizia e il personale giudiziario, il Ministero dell’Interno e le autorità di contrasto, così come le reti di ONG.

Il raggiungimento degli obiettivi prefissati nel progetto CO.N.T.R.O. si concretizza su diversi ambiti di attività consequenziali fra loro:

  • Studio e ricerca – Mappatura delle maggiori esperienze di individuazione e analisi dei discorsi di odio online e delle pratiche più efficaci di contro-narrativa
  • Intensa attività di sensibilizzazione e informazione sul progetto e sui discorsi di odio online
  • Comunicazione e disseminazione
  • Deliverables
  • News

Coordinatore del Progetto Dott. BORTONE ROBERTO


https://peresempionlus.org/progetti/standup2hatespeech/

#standup2hatespeech

#standup2hatespeech è una formazione (training course) coordinata da Per Esempio Onlus che ha avuto luogo dal 20 al 25 maggio 2019 a Palermo. L’intento è stato quello di fornire a 21 operatori giovanili provenienti da 7 diversi paesi europei strumenti efficaci per combattere e prevenire il linguaggio d’odio (hate speech).

Obiettivo generale di questo progetto è stato combattere ogni forma di discriminazione e violazione dei diritti umani, così come l’estremismo e il linguaggio d’odio online. A tal fine sono state realizzate attività di educazione non formale per coinvolgere i partecipanti – operatori giovanili dai 25 anni in su – e renderli consapevoli dell’importanza del dialogo e del rispetto dei diritti. Questi sono stati inoltre aiutati a sviluppare un “contro-linguaggio”.

Le organizzazioni partner di #standup2hatespeech sono:

  • Per Esempio Onlus (coordinatore di progetto)
  • Asociatia Tinerilor cu Initiativa Civica – ATIC – Romania
  • Ballibag Köyü Yardimlasma ve Dayanisma Dernegi, BAKYARD – Turchia
  • I-Participate – Grecia
  • Hors Pistes – Francia
  • Bulgarian Youth Forum – Bulgaria
  • Ifjusagi Szolgaltatok Orszagos Szovetsege – Ungheria

Il progetto è stato finanziato dalla Key Action 1 (Learning Mobility of Individuals) del programma Erasmus+ attraverso l’ANG – Agenzia Nazionale Giovani.

Per la realizzazione di #standup2hatespeech, nell’anno 2019 Per Esempio Onlus ha ricevuto un contributo pubblico pari ad € 12.364,80.


https://www.agcom.it/956

Titolo: Progetto IMSyPP “Innovative Monitoring Systems and Prevention Policies of Online Hate Speech”

Obiettivo del progetto: Sviluppo di un sistema di prevenzione e detection algoritmica del linguaggio d’odio sui servizi media e piattaforme online mediante l’impiego di strumenti e metodi afferenti agli ambiti dell’intelligenza artificiale, machine learning e data science.

Partner di ricerca: INSTITUT JOZEF STEFAN, UNIVERSITA CA’ FOSCARI VENEZIA, UNIVERSITY OF CYPRUS, AGCOM, TEXTGAIN BVBA

Descrizione del progetto:

La diffusione del linguaggio d’odio (hate speech) e dei reati connessi è un fenomeno che presenta dimensioni e caratteristiche peculiari nel contesto dei social media e delle forme di comunicazione sulle piattaforme online. Diverse modalità di accesso e distribuzione dell’informazione online comportano diverse, e talvolta inappropriate, reazioni e interazioni da parte delle audience. Il progetto ISMyPP si propone lo sviluppo di modelli e tecniche per la detection automatizzata dell’hate speech in diverse lingue, al fine di identificare i fattori determinanti, le raccomandazioni più efficaci sul piano delle narrazioni, e le più opportune proposte di policy in un’ottica europea. Per questo progetto, AGCOM è partner di un consorzio di ricerca internazionale composto da soggetti specializzati nei diversi ambiti di cui si compone lo studio: intelligenza artificiale e machine learning (JSI, Slovenia), modelli e dinamiche di diffusione della disinformazione e del linguaggio d’odio online (UNIVE, Italia), “contro-narrazioni” del linguaggio d’odio (UCY, Cipro), sperimentazione dell’efficacia e sostenibilità nel lungo periodo di strumenti e metodi sviluppati (Textgain, Belgio). AGCOM avrà invece il compito di elaborare raccomandazioni di policy sulle possibilità di utilizzo del sistema di monitoraggio in un contesto regolamentare nazionale ed europeo.  La parte tecnica del progetto si fonda su un approccio metodologico data-driven e richiede la collaborazione di imprese del settore dei media, che potranno fornire dati in diverse lingue da utilizzarsi nel pieno rispetto delle norme europee e nazionali e per esclusive finalità di ricerca: Corriere della Sera e la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo sloveno RTV SLO, Twitter, Instagram e Reddit. La fase di disseminazione dei risultati di ricerca prevede il coinvolgimento di un’ampia gamma di attori pubblici e privati del sistema dell’informazione online: le autorità nazionali competenti e i regolatori europei, le piattaforme online, i giornalisti, la comunità scientifica.

Il sito web del Progetto IMSyPP (Innovative Monitoring Systems and Prevention Policies of Online Hate Speech, grant no. 875263) è stato finanziato dal Programma Europeo per i diritti, l’uguaglianza e la cittadinanza (2014-2020).


https://www.bricks-project.eu/wp/wp-content/uploads/2015/06/Modulo_bricks.pdf

Titolo: “BRICkS – Costruire il rispetto su internet com-battendo l’hate speech”

MEDIA EDUCATION E HATE SPEECH. QUADERNO DI LAVORO. CAPIRE E GESTIRE L’HATE SPEECH PER PREVENIRLO E CONTRASTARLO

introduzione“BRICkS – Costruire il rispetto su internet com-battendo l’hate speech” è un progetto europeo mirato a contrastare la diffusione online dei discorsi di istigazione all’odio nei confronti dei migranti e delle minoranze attraverso la media education e il coinvolgimento attivo dei fruitori e produttori di contenuti sul web. Nasce nel 2014, da un’esperienza condotta in Italia dalla ONG Cospe e dal Centro Zaffiria, condivisa con organizzazioni in Germania, Repubblica Ceca, Spagna e Belgio e sostenuta dal programma “Diritti Fondamentali e Cittadinan-za” dell’Unione Europea. L’obiettivo è quello di esplorare le opportunità di dialogo interculturale sul web. Il progetto non è rivolto solo agli utenti ma anche ai professionisti dei media, che affrontano le sfide dell’informazione digitale. Le rappresentazioni mediatiche influenzano le per-cezioni pubbliche e i comportamenti, in particolare per argomenti sensibili come le migrazioni ed è quindi importante essere consapevoli degli effetti Questo aspetto è stato per noi fondamentale: non si tratta di attività immaginate a tavolino ma di situazioni realmente vissute. Dalla progettazio-ne iniziale al modulo finale ci sono state tutte le levigature e i rifacimenti che il lavoro educativo del flusso di informazioni, specialmente sul web. Il fenomeno dell’hate speech è complesso: i giovani rischiano di essere maggiormente esposti sia per il massiccio uso dei social sia per la scar-sità (o la mancanza) di situazioni in cui prendere consapevolezza del discorso d’odio. La scuola si trova in prima linea di fronte al difficile compito di affrontare questo fenomeno, che ha senza dubbio forti ripercussioni nelle relazioni tra i pari e nella propria relazione col mondo. Il progetto risponde al bisogno degli insegnanti di trovare delle idee per affrontare l’hate speech con i propri studenti, attraverso l’educazione ai media, l’educazione interculturale e il coinvolgimento attivo dei ragazzi e delle ragazze.

Cofinanziato dal programma Fundamental Rights and Citizenship dell’Unione Europea.


https://www.zaffiria.it/category/silence-hate/

ZAFFIRIA. CENTRO PER L’EDUCAZIONE AI MEDIA

Il discorso d’odio on-line è oggi un fenomeno complesso e preoccupante che porta con sé nuove problematiche per la libertà di espressione in ambito digitale. Silence Hate! è un progetto che ha l’obiettivo di contrastare e prevenire il discorso d’odio in rete contro migranti e rifugiati attraverso l’educazione, il dibattito e la creazione di nuove contro-narrative. Abbiamo realizzato laboratori nelle scuole secondarie e creato strumenti didattici (che puoi trovare in questa sezione) per attività coinvolgenti per la sensibilizzazione dei giovani e dell’opinione pubblica in generale sui discorsi di istigazione all’odio e sui rischi della sua proliferazione incontrollata.

Il sito interamente dedicato al progetto: www.silencehate.it


https://appdigitall.it/il-progetto/

Il Progetto

Presentazione progetto digit.ALL – Young Digital Advocates (YDA) contro il sessismo online

Il progetto digit.All, realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri -Dipartimento per le pari opportunità, nasce da una partnership tra il Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e il Centro di Ricerca RISSC, ente senza scopo di lucro che si occupa di analisi dei fenomeni criminali e sociali, elaborazione di strategie di prevenzione dei rischi e riduzione dei danni, e iniziative di educazione e formazione. 

Principali destinatari del progetto sono studenti delle scuole superiori di Milano e Torino, chiamati essi stessi a farsi portavoce di messaggi di inclusione, uguaglianza e rispetto delle differenze. 

Obiettivo generale del progetto è quello di prevenire e combattere la violenza contro le donne e le ragazze, con particolare riguardo alla violenza verbale e all’istigazione ad atti violenti perpetrati attraverso i nuovi mezzi di comunicazione online


https://controlodio.it/

MONITORARE E MAPPARE L’ODIO

Sviluppiamo tecnologie informatiche per trovare automaticamente i discorsi d’odio pubblicati online. Contrastiamo il razzismo e le discriminazioni sul web e nel mondo reale attraverso percorsi di formazione rivolti ai giovani. Incontriamo i progetti e le realtà che combattono contro l’odio.

Obiettivi

Per questo motivo nasce Contro l’odio, un progetto di Acmos finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Concepito come un tentativo di risposta agli attuali problemi legati alla presenza di odio sul web, il progetto si propone tre obiettivi principali:

1. Trovare gli Hate Speech o Discorsi di Incitamento all’odio attraverso la creazione di strumenti informatici per il rilevamento automatico.
2. Sensibilizzare la cittadinanza, e in particolare i giovani, sull’importanza di comunicare responsabilmente attraverso la realizzazione di laboratori in diversi territori del nostro paese.
3. Infine, raccontare progetti e le realtà che in Italia promuovono una cultura della tolleranza nel nostro paese.

Associazione ACMO, soggetto proponente – Università degli studi di Torino – Università degli studi di Bari – Vox Diritti – LabNET – Benvenuti in Italia – Ministero del lavoro e delle politiche sociali


http://www.b-cam.it/eventi/107-la-sfida-di-love-speech-per-il-contrasto-creativo-dell-hate-speech.html


http://www.progettogiovani.pd.it/erasmus-virtual-exchange-contrasto-allhate-speech/


http://www.seyf.eu/inclusion/136-arahs-young-people-campaigning-against-hate-speech


https://www.scambieuropei.info/training-course-romania-odio-diritti-umani-13-settembre-2020/


http://www.ilponte.com/caritas-lhate-speech/


http://cooperativamdc.it/hate-speech-e-giovani/


http://www.erasmusplus.it/erasmus-virtual-exchange-attivita-a-supporto-delle-universita-e-degli-istituti-di-istruzione-superiore/